della prima figura, sotto del quale passa la corda G G, che si tende a piacere sal petto del pancone nel punto F. Il pezzo Hè la spina, che poggia sulla tavola armonica, e su cui le punte di pressione della corda sono collocate a traverso di una piastra metallica, che le rende stabili ed incapaci di qualsiasi spostamento. E finalmente il pezzo I è un piuolo mobile di metallo a più facce, che s'incastra nella piattaforma dopo avergli avvolto attorno l'estremità della corda, fermandola in un buchetto, per darle la voluta e necessaria lunghezza. Questo sistema che sostituisce i piuoli, le punte e le grappie con le quali finora venivano fissate e corde, presenta diversi vantaggi, tra i quali sono particolarmente a notarsi: 1° Che i punti d'appoggio nella piattaforma che servono a tendere le corde sono di metallo e non di legno, e quindi più solidi e meno soggetti a spostamenti. 2° Che non si va incontro allo insensibile ma pur continuato svolgimento delle grappie. lasciata il 12 marzo 1874 Vol. 14, N. 203, al signor Fummo Antonio, a Napoli, per un trovato che ha per titolo: Pianoforte verticale e a coda in ferro, nuovo sistema. 324 ATTESTATO di Questo periodico da pubblicarsi giornalmente consterà di un foglio di carta piegata, del formato dei giornali ordinari; avrà sulla facciata esterna il titolo: Il Febeo, giornale fotografico; nel mezzo un ritratto 3o Che non vi è timore di cedimento alcuno del litografato di un fanciullo, e sotto, il giorno cui si ripancone. 4° Che finalmente lo strumento può essere facilmente accordato da qualsiasi persona. La fig. 3 indica l'asta del martello che avrebbe nel suo centro la fenditura A A. In essa passa la colonnetta di legno o metallo Bi che si apre per metà in C e viene riunita per mezzo della vite D. Essa stringe nel punto E un cilindro di metallo che sostiene l'asta del martello e che va nei fori F rivestiti di panno a pelle. Con questo mezzo si eviterebbero tanto le scatenature che ora si verificano con la forchetta di metallo che sorregge l'asta del martello, producendo striduli rumorosi, quanto l'inconveniente che il martello possa restare alle volte sospeso per l'ossidamento che avviene nei punti di contatto della forchetta. Il presente sistema con le sopradette verifiche, oltre all'essere adattabile ad ogni specie di pianoforte a tastiera lo può anche essere per quelli costruiti a cilindro. Per rendere poi le vibrazioni delle corde più sonore, il D'Avenia ha immaginato di costruire la tavola di legno di castagno, invece di legno di abete, siccome comunemente usasi. ferisce la pubblicazione; sui lati porterà le condizioni d'associazione, costo di un numero separato, l'indicazione dell'ufficio di Direzione, ecc. Internamente, da sinistra a destra, vi saranno tanti quadretti quanti sono i defunti di cui vuolsi pubblicare ritratto, e questi verranno riempiti coi foglietti portanti le figure, incollandoli nello spazio prestabilito, sotto riserva di introdurre quelle variazioni che si ravviseranno all'atto pratico più utili e consentanee allo scopo. Sotto ogni ritratto fotografato si stamperà il nome e l'età del defunto. Sarà insomma una galleria giornaliera di ritratti di tutti i morti di un dato giorno, da continuarsi senza interruzione. 325 ATTESTATO di privativa industriale (20 giugno 1875 - Vol. 16, N. 93), per anni cinque, a datare dal 30 giugno 1875, rilasciato al signor Daniele Beniamino, a Napoli, per un troyato che ha per titolo: Macchina a doppia leva per gli strumenti musicali metallici a fiato. cilindri rotanti, e ben presto s'ottenne su tali strumenti sufficiente agilità, robustezza di voce, e sonorità dei toni. Però ciò non valse a distruggere due notevoli difetti tuttora esistenti, cioè, l'immediato logoramento dell'asse del cilindro e del cilindro stesso da una parte, e dall'altra l'incessante inconveniente dell'incerto movimento di rotazione dei cilindri. Il primo dà luogo, senza dubbio, a spesse riparazioni, per cui ben presto lo strumento diventa inutile; per causa poi del secondo inconveniente, può succedere che durante l'esecuzione d'un pezzo di musica, qualche cilindro più non agisca, e sottometta quindi il professore che suona ad una meschina figura, poichè non conoscendo gli uditori la fonte dell' inconveniente, lo addebitano, senza fallo, al professore stesso. Allo scopo di distruggere totalmente questi due gravi difetti, l'inventore propone la Macchina a doppia leva per gli strumenti musicali metallici a fiato, che forma oggetto della presente invenzione. A, A' sono tasti collegati agli estremi della leva che ha movimento di rotazione sull'asse DD' sorretto mediante bracci dal sostegno E E', che alla sua volta è sorretto dai tubi dello strumento. Agli estremi della detta leva ove sono i tasti, e sotto di questi havvi una vite che li congiunge ai bracci di leva .C, C', i quali imprimono un movimento di rotazione mediante eccentrico agli assi dei cilindrị B, B'. Di modo che impresso un lieve movimento al tasto A, esso, mediante il braccio C, imprime lo stesso movimento di rotazione all'eccentrico, e per esso al cilindro; e nello stesso tempo il tasto A' viene spinto, per ragione del movimento impresso al tasto A, in senso contrario. Per la qual cosa la sola pressione fatta in un punto, raddoppia il suo movimento e rende il cilindro BB', sorretto nei suoi estremi, meno soggetto alle leggi di attrito, come anche gli assi. Questa nuova macchina elimina le difficoltà dette precedentemente, dappoichè chiaramente vedesi che essendo il detto cilindro raccomandato negli estremi al doppio sistema di leva, si è perfettamente allontanato il difetto che si deplora negli antichi sistemi della ferinata dei cilindri e della poca esattezza e facilità nel loro movimento per ragione d'attrito, benchè mossi da mano agile e perita. Un tale inconveniente non va addebitato al professore, ma bensi alla difettosa costruzione dell'antico sistema, per cui riusciva cosa fastidiosa il sonare uno strumento senza prima provarne il perfetto stato di agilità, e l'esattezza per quella parte di attrito. Il nuovo sistema presenta grande economia in quanto che dura un lungo periodo di tempo senzachè occorrano raccomodature, e senzachè occorra (prima di cominciare a suonare) di rovistare le chiavi e tutto il sistema che ad esse si collega; inoltre presenta grande esattezza e facilità nell'adoperarlo, e volendone far uso continuato, questo ne assicura la doppia durata di tempo. 326 ATTESTATO di privativa industriale (20 giugno 1875 - Vol. 16, N. 94), per un anno, a datare dal 30 giugno 1875, rilasciato al sig. Maresca Francesco, a Napoli, per un trovato che ha per titolo: Valvola distributrice a compensazione. TAVOLA LXXII. Il disegno indica una posizione verticale rispetto all'asse dell'asta A4 della valvola. Esso rappresenta due vedute, di cui una è la sezione della valvola secondo un piano verticale che passa per l'asse dell'asta della valvola a tiratoio, e l'altra raffigura l'esterno dell' apparecchio. JJJ. Rappresenta il congegno di una vaporiera; AA. Asta della valvola a tiratoio che compenetra il il corpo metallico della valvola a tiratoio V che scorre in orificio ovale con libertà di spazio; VVV. Valvola a tiratoio di configurazione speciale. La parte stropicciante sopra la lastra del cilindro dove sono le luci per la introduzione del vapore è quella che funziona da distributore del vapore; la parte superiore che è quella che fa corp: con quella inferiore, fa l'ufficio di camera che circoscrive un cassetto denominato stantuffo S. Tale valvola può affettare forma quadrata, rettangolare o circolare; essa può tenersi in posizione orizzontale, verticale, di taglio (detta in coltello) o sotto un angolo. B. Camera per contenere la guarnitura elastica che circonda lo stantuffo SS. R. Premiguarnitura di forma qualunque. SS. Stantuffo contenuto nella camera a tiratoio V, cioè nella parte superiore, senza che mai possa toccare colla sua base inferiore A la valvola; invece vi si scosta di una certa quantità, rimanendo uno spazio rappresentato nel disegno per X. Per altro questo stantuffo, sebbene non tocchi col suo fondo la valvola, pure può scorrere liberamente. Tale stantuffo SS e valvola VS possono affettare forma qualunque, e si preferiranno quelle che meglio convengono alle esigenze della scienza e dell'arte. KKLK. Sostegno di congiungimento. La parte LKK è congiunta collo stantuffo S per mezzo di perni a vite o chiavette. LL. Ponte metallico immobile che è aggiustato solidamente nella vaporiera. GG. Canali praticati nel ponte. Il ponte LL porta nella parte verticale una dentiera. BB. Tamburi detti pure curli, la cui sezione fa vedere le parti di contatto col piano inferiore e superiore del ponte e del carretto. EE. Connettitori dei due tamburi per tenerli equidistanti. Questi due connettitori si congiungono ai tamburi per mezzo di due piccoli cilindri concentrici ai tamburi medesimi, e tenuti per mezzo di piccoli pernetti conici spaccati nelle loro estremità per non farne uscire i connettitori nel funzionare dell'apparecchio. CC. Carretto metallico che poggia sopra i tamburi BB; questo carretto, nelle parti centrali e superiormente, è protuberante perchè vi possa passare una traversa di ferro F. F. Traversa di ferro alle cui estremità cilindriche sono aggrappati i sostegni di congiungimento KKLL per mezzo dei cappelletti K, che in virtù dei perni a viti QQ tengono sospeso lo stantuffo S. Il carretto C porta incastrata nella parte media una dentiera. B'. Rocchetto, che agendo nelle due dentiere superiore ed inferiore, conserva ai tamburi sempre la stessa - posizione di corsa. C'C'. Aste rigide spingenti, solidali alle aste AA della valvola distributrice, che seguendo il movimento di quest'ultima, lo trasinettono al carretto K, e conseguentemente a tutto il sistema dell' apparecchio della distribuzione. La valvola a tiratoio VV porta lateralmente due orifizi 00 che mettono in comunicazione questa valvola con l'interno dello stantuffo a vapore, per facilitare il vuoto nell'atto che il vapore si scarica. I tamburi portano ciascuno alla loro estremità due collaretti che fanno l'ufficio di guide. Il sistema di tutto l'apparecchio distributore inventato dal Maresca può ricevere modificazioni nelle diverse. applicazioni a seconda dei tipi e sistemi di macchine a vapore, tanto nella forma che nelle posizioni; così i tamburi potranno avere o no rocchetti, lo stantuffo può variare di disposizione o forma, può essere vuoto o non; cosi pure potrà variare la configurazione della valvola a tiratoio. II. Molle che servono a rimettere la posizione della valvola a suo sesto quando questa si sospende per dare uscita ad acqua compressa, o eccesso di pressione. I canali GG praticati nel ponte LL servono a dare libertà di passaggio alle aste CC che seguono il movi mento d'andirivieni di tutto il distributore a vapore. I singoli pezzi del meccanismo possono essere disposti e collegati con perni a vite, chiavette coniche od altro, senza che per nulla varii il principio dell' invenzione. L'invention concerne un nouveau procédé d'extraction à bon marché de l'ammoniaque, des eaux vannes et des liquides produits par la distillation du charbon de terre, de la tourbe, du bois, enfin de toute matière azotée. Pour réaliser ce procédé, on emploie un système d'appareils nouvellement combinés et dont le dessin permet de bien comprendre le fonctionnement. Le nouveau procédé repose essentiellement sur les moyens qui ont été adoptés pour l'utilisation de la chaleur contenue dans les eaux vannes déjà traitées et dont l'ammoniaque à été extrait à l'aide de la colonne distillatoire; ces eaux vannes contiennent en suspension au moment de leur sortie une masse considérable de matières en dépôt, et c'est même là une des causes qui ont empêché de se servir de ces eaux comme moyen de production de vapeur, ce qui fut la première idée des inventeurs d'appareils distillatoires. Utilisées dans une chaudière, ces eaux formaient ses produits, arrive dans le plateau C de la partie des dépôts et des incrustations rapides qui rendaient impossible au bout de peu de temps la continuation des opérations. Aussi à l'époque actuelle, c'est-à-dire au moment où l'inventeur est venu perfectionner les moyens de distillation de l'ammoniaque, les usines qui fonctionnent considèrent les eaux vannes traitées et sortant de la colonne distillatoire comme un résidu, et même comme un résidu fâcheux pour le voisinage par suite des matières fermentescibles qu'elles contiennent, de l'odeur qu'elles répandent et de la quantité considérable qu'il faut en écouler. Mais les eaux vannes sont nécessairement portées à une haute température dans le but d'en extraire les produits volatils, par suite, en les perdant comme résidus après épuisement de leur ammoniaque, on perd en même temps une quantité de chaleur considé rable. La nouvelle invention permettant de débarrasser les eaux vannes des matières qu'elles tiennent en suspension, et par suite de les utiliser comme source de chaleur, présente cet avantage d'utiliser la chaleur autrefois perdue, de rendre inoffensifs les résidus qui précédemment empestaient le voisinage, et tout en fournissant les éléments d'un engrais précieux, de permettre la fabrication économique de l'ammoniaque. Le dessin représente une vue d'ensemble des appareils qui composent ce système. Le liquide à traiter est aspiré froid par une pompe A qui le refoule dans une colonne distillatoire Y par le tube f en faisant passer ces eaux précédemment .par le conduit F dans deux appareils réchauffeurs X, Z. Les deux réchauffeurs X, Z, sont composés de cylindres en tôle contenant des tubes x, z en faisceau, placés entre les deux plateaux a b, a'b' sur lesquels ces tubes sont montés et ajustés. Le liquide, aspiré par la pompe A, passe à travers les tubes en s'échauffant au contact des eaux chaudes. qui venant du bas de la colonne distillatoire ont déposé leurs matières en suspension dans un appareil spécial débourbeur V et circulent dans les réchauf- | feurs X, Z, autour des tubes x, z, en suivant le chemin décrit par les flèches et passant par les tuyaux v pour s'écouler enfin dépouillées de leur chaleur par le tube de vidange W. Lorsque les eaux apportées par la pompe arrivent à la colonne évaporatoire Y, elles sont déjà chauffées à plus de 80 degrés, et les produits les plus volatils se dégagent immédiatement, les uns pour s'échapper par le haut de la colonne, les autres pour se condenser dans les plateaux supérieurs y avec les autres produits qui viennent de l'évaporation produite dans les plateaux inférieurs. Le liquide chaud et déjà débarrassé d'une partie de moyenne de la colonne et tombe de plateau en plateau jusque dans la partie inférieure; pendant ce parcours, le carbonate et les autres sels volatils ammoniacaux s'en dégagent pour passer dans la partie supérieure de la colonne sous l'action de la vapeur qui arrive incessamment par le tube R placé à la base de la colonne Y. Arrivées au plateau D, les eaux se trouyent en contact avec des quantités dosées de lait de chaux que la pompe B puise dans le réservoir Ket envoie par le tube b dans l'appareil distillatoire. Le mécanisme des pompes est disposé pour que l'on puisse toujours régler à volonté les quantités relatives des eaux à traiter et du lait de chaux à envoyer pour favoriser ce traitement. Pour que l'effervescence des liquides ne puisse les faire remonter dans les plateaux supérieurs, on-a soin dans la pratique de faire les plateaux C et D d'une plus grande hauteur que les autres. Lorsque les eaux vannes sont arrivées au bas de la colonne évaporatoire, elles sont dépouillées aussi complètement que possible de leurs produits volatils, mais elles contiennent en suspension de nombreux produits résultant de la décomposition de certains corps et de la combinaison de certains autres avec la chaux; ces eaux chauffées par leur contact avec la vapeur dans la colonne distillatoire, pénètrent alors dans un appareil débourbeur destiné à retenir tous les dépôts pour ne laisser passer dans les appareils réchauffeurs que des eaux non fermentescibles. L'appareil débourbeur est une grande innovation du nouveau système; c'est lui qui en permet le fonctionnement régulier et avantageux; il se compose d'un cylindre V où les eaux arrivent à la partie supérieure U par le tube recourbé T pour descendre doucement par le tube central S; les matières se déposent doucement au fond du cylindre, d'où elles peuvent être enlevées par le trou d'homme s, et les eaux s'écoulent bien dépouillées de toutes matières en suspension par la partie supérieure pour se rendre dans les réchauffeurs et s'écouler en dernier lieu par le tube de vidange. D'autre part les vapeurs ammoniacales sont conduites par un tuyau E dans des bacs M doublés de plomb qui contiennent l'acide sulfurique destiné à transformer ces vapeurs en sulfates d'ammoniaque, et dans le but d'empêcher l'obstruction du tuyau E, par la condensation d'une partie des matières volatilisées, on a soin de la faire traverser par un tube intérieur e dans lequel passe incessamment un courant de vapeur qui maintient une chaleur suffisante pour réaliser l'effet que l'on désire. Les bacs employés sont au nombre de trois, afin qu'il y en ait toujours un en état de recevoir les vapeurs ammoniacales pendant que l'on extrait du se D. Pianoforte melodio-sistro-verticale ad una tastiera, che funziona anche da acuto-piano. Esso può suonare colla tastiera a parte davanti e a parte di dietro; può suonare col cilindro animato a mano oppure col motore C, che si attacca al piccolo asse della manovella del cilindro G. Il motore Cè una piccola macchinetta a vapore sistema oscillante, animata dalla piccola caldaia P, che invece di camminare col vapore di acqua, cammina col vapore di etere solforico; di etere solforico; questo motore è un complemento del motore rappresentato nel disegno della privativa principale. Il detto piano ha la smorza coi pedali, come si vede in A, il sistro di un'ottava, e fu costruito anche come autopiano-sistro; il medesimo pianoforte ha il telaio Z di ferro fuso ed il mobile tutto di legno palissandro. Lo stesso sistema si applica anche al pianino a cilindro S, colla smorza ed il sistro semitonato come scorgesi in H, ed a qualunque forma di altro piano. Il piano trovandosi in giro sul carretto, la smorza è comandata a mano; trovandosi fermo a terra, è comandata col pedale come vedesi in A, e col sistema delle corde oblique, secondo il sistema dei pianoforti verticali. L'inventore intende ancora di comprendere nel suo trovato il modo di fare agire il suo auto-piano mediante un motore a gaz di Otto e Langen, attaccandolo al piccolo asse della manovella del cilindro. Dal tempo non lontano in cui venne cominciata l'applicazione di questi motori a gaz, quasi trecento di queste macchine funzionano in Germania, Austria, Belgio e Francia dovunque distinguendosi per lo sviluppo di una forza motrice estremamente economica, comoda e scevra di pericoli, nonchè per la esiguità dello spazio occupato. 330 ATTESTATO di privativa industriale (20 giugno 1875 - Vol. 16, N. 98), per anni quindici, a datare dal 30 giugno 1875, rilasciato alla Società J. J. Heurtier, Carré et Comp., di Parigi, per un trovato che ha per titolo: Système de cubilot pour la fonderie de fer. TAVOLA LXIX. Dans la marche des cubilots ordinaires, il se produit au gueulard un grand dégagement de gaz qui en se mélangeant à l'air brùlent en pure perte pour le fondage de la fonte pendant tout le temps que dure l'opération. Plusieurs industriels ou fondeurs ont eu l'idée d'utiliser ces gaz perdus, soit au chauffage de l'air servant à alimenter le four, soit au chauffage préalable de la fonte destinée à la charge; d'autres les ont en-. voyés sous des chaudières placées au gueulard. Aucun de ces moyens n'a pu prendre rang dans la pratique, surtout à cause de l'installation coûteuse qu'ils nécessitaient. Le cubilot qui va être décrit a pour objet de recueillir dans la cuve même du four les gaz provenant de la combustion, de les y régénérer et de les consommer dans ce milieu où ils sont produits en n'abandonnant au gueulard qu'une quantité insignifiante de gaz à un état et à une température tels qu'ils n'y brûlent pas. La combinaison de ce résultat qui comporte un mode particulier de distribution du vent, au moyen d'une soufflerie composée de deux rangées de tuyères superposées, sera bien comprise en regard du dessin. La fig. 1 est une élévation du cubilot, et la fig. 2 en est une coupe verticale. Les fig. 3 et 4 sont deux coupes transversales faites au niveau des deux rangées de tuyères. Le four a du cubilot a la forme d'une colonne en brique recouverte d'une chemise en tôle. Il se termine par un chapiteau en fonte b supportant le gueulard c. Au-dessous du chapiteau est ménagée l'ouverture |