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3. LANZANI LUIGI e Fratello di Milano,

4.

BAROZZI ANTONIETTA idem,

per l'eccellenza dei loro prodotti ottenuti dai cascami serici, e per l'importanza dei loro Opifici.

Nelle provincie del centro e del mezzodì d'Italia una tale industria non esiste, o almeno vi è pochissimo sviluppata. Tuttavia la Commissione propone di premiare colla Medaglia i signori

5. BEDRONICI FRANCESCo di Modigliana,

per la copiosa varietà di saggi di Fioretto e Sinighelle con molta perizia cardati, non che per saggi di filati trattine di vari titoli, e di singolare unitezza.

6.

PIERI NERLI Conte FERDINANDO di Siena,

7. BIANCHI DANIELE di Catanzaro,

per saggi esposti di fiore sottilmente filato con tutta la maggior diligenza, e con tutto il magistero più scrupoloso dell'arte.

Facendo una tale proposta la Commissione non può trattenersi però dall' esortare in particolare i suddetti tre Espositori di voler adottare i metodi e le macchine che hanno portato questo ramo della industria serica a così alto grado di perfezione nell' Italia settentrionale, e in generalità poi a tutti i setaiuoli Italiani di volersi applicare ad estenderlo volgendo la loro abilità a trarre dalla parte meno nobile filata dal baco da seta quei prodotti che possono essere, come appunto lo sono in Francia, in Inghilterra e in Svizzera, fonte di non spregevole ricchezza.

Sete tinte.

Non basta, per fabbricare eccellenti stoffe, l'adoperare organzini e trame di ottima qualità ed intesserli con maestria: necessita inoltre che la materia serica sia tinta con acconci colori, capaci di resistere all'ingiuria del tempo senza alterare la natura del filo. Quindi è che la buona tintura costituisce un requisito indispensabile pel setificio, in modo che questo non potrebbe prosperare e salire in fama se non fosse coadiuvato da tintorie dove si compiesse con perfezione la funzione del tingere, secondo le regole dell'arte. Quest' arte di tingere le sete fiorì fra noi splendidamente quando l'Italia era l'emporio del Setificio, e decadde con esso. Oggi non si può dire che sia in auge, e difatti scarso è stato il numero degli espositori di Sete tinte, i quali però fanno fede dell' attitudine che avremmo a riuscire anche in questa industria, la quale probabilmente si estenderà in proporzione dell' aumento della produzione dei tessuti.

L'arte tintoria ha d'uopo dei soccorsi della chimica, e non può più procedere colle norme empiriche, se non è diretta dalla scienza, la quale ne moltiplica la potenza, e ne facilita la pratica. Quindi per innalzarsi a quel grado in cui trovasi oltr'Alpe, d' uopo è che anche fra noi si renda popolare lo studio della chimica industriale, e noi non possiamo astenerci dal consigliare coloro che si danno alla tintura della seta di far loro pro degli insegnamenti di quella parte almeno di questa scienza che più direttamente li riguarda.

Anche per le Sete tinte abbiamo a lamentare l'astensione di molti industriali, poichè, sebbene l'arte tintoria non sia in grande onore tra noi, pure il numero di 11 a cui giunsero gli espositori di Sete tinte, è ben lungi dal dare un'idea dello stato di essa nelle diverse provincie d'Italia, alcune delle quali, come le Napoletane e Siciliane, non sono da nessuno rappresentate.

Come nella lavorazione delle sete, e nella fabbricazione dei tessuti, così anche nell'arte tintoria l'alta Italia si rivela superiore alle altre provincie, ed i saggi che da essa ci furono inviati, confortarono d'assai le nostre speranze, tanto più giustificate, se si pone mente all' ́insufficienza dell'istruzione tecnica. Egli è in vista di siffatte disgraziate condizioni, che maggior lode meritano quei tintori cui proponiamo venga conferita la medaglia, e che maggiormente pregiata resulta la distinzione della quale troviam giusto l' insignirli. Sono essi dieci sopra undici espositori, e primo fra tutti

1. FRANCESCO BRUNI di Milano.

Per le sue Sete tinte in perfetto nero detto minerale, le quali sebbene l'aumento del peso sia dell' 8, 10, 15 e 20 0[0, pure non scemano punto di lucidezza e brio, nè sentono di cattivo odore di unto; e per l'importanza del suo Stabilimento.

2. PIETRO HUTH di Como.

Per le sue Sete tinte, le quali hanno presso a poco il carattere di quelle del prelodato signor Bruni.

3. SABA FRONTINI di Milano.

Per avere esposti 48 campioni di Seta tinti ne' più brillanti colori da gareggiare colle migliori tinte francesi, e pei suoi costanti sforzi e per le ingenti spese che sostiene onde fornire il proprio Stabilimento delle più recenti e perfezionate macchine ed attrezzi.

4. CELESTINO DELLA VALLE di Torino.

Per un copioso assortimento di campioni di Sete tinte in brillan tissimi colori.

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Per avere esposti 35 campioni di Sete tinte in svariati e vivaci

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Per un bell' assortimento di Sete tinte in svariati colori.

7.

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ANTONIO PONS di Firenze.

Per alcuni campioni di Seta tinti in diverse gradazioni.

8. MANIFATTURA PRIVILEGIATA DI NASTRI di Torino. Per un campionario di Seta tinta di svariati colori.

9. CECCONI e SANTINI di Lucca.

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La tessitura della Seta, troppo ci è doloroso il ripeterlo, non va, per l'entità della produzione, di pari passo con quella delle Sete greggie, nè tampoco con quella delle lavorate. Questi diversi rami dell' industria serica formano, quanto alla loro importanza, una serie decrescente; e difatti ingentissima è quella della filatura, minore quella della torcitura, anche meno considerevole quella della tessitura. La maggior parte delle greggie e lavorate, anzichè essere in Italia indrappata, è spedita all'estero, donde poi viene in parte reimportata in tessuti. Ma perchè non dovrebbe tessersi, se non tutta, almeno la più gran quantità della Seta che il nostro suolo produce, in maniera d'avere stoffe non solo bastanti al nostro consumo, ma da potersi anche esportare? Pure se da ciò siamo presentemente assai lungi, questo è lo scopo cui dobbiamo mirare e che dobbiamo lusingarci di raggiungere quandochessia. Tali speranze vengono confermate dalla vista dei tessuti che figurarono tanto splendidamente all' Esposizione, che tutti i visitatori della medesima ne rimasero attoniti. Quei lucidi drappi, quei morbidi velluti, quegli sfarzosi broccati, e damaschi sfolgoreggianti di vaghi e vivaci colori attraevano e i conoscitori e i non conoscitori della materia, e attestavano che tutti i generi di tessitura sono coltivati fra noi in modo da non temere per molti di essi il confronto dell' estera manifattura. Antica è la fama dei velluti di Genova, la quale si mantiene ai dì nostri al punto, che nelle Esposizioni di Londra e di Parigi i Velluti genovesi e torinesi furono oggetto di meraviglia al pari de' più celebrati della fabbrica Lionese. I che Velluti si ammirarono in questa Esposizione Italiana giustificano

una tale rinomanza, e ci rendono a buon diritto orgogliosi di siffatta ricca manifattura.

Anche degli altri tessuti serici abbiamo di che andare superbi, perchè portate ormai a tal grado da non doversi più reputare inferiori d'assai a quelli di Lione. Essi per la massima parte provengono dalle provincie dell' alta Italia, dove la maggior produzione della materia prima, il più fino magistero dell'arte nel prepararla, la vicinanza della Francia, e della Svizzera la squisitezza delle cui manifatture serve d'esempio e di sprone, e la maggiore abbondanza dei capitali fomentano vieppiù lo zelo e l'interesse di quei fabbricanti. Ma poichè anche dalle provincie centrali e meridionali d'Italia ci sono stati inviati buoni saggi di serici drappi, ci è dato argomentare che l'attitudine degli Italiani a tornare eccellenti in cosiffatti lavori non è punto smarrita, e che colla facilità di avere in casa loro la materia prima di squisita qualità, coll'aiuto che ritrarranno dall' uso de' moderni congegni meccanici, potranno giungere a tal grado di perfezione da non vergognare d'essere discendenti di coloro che fornivano di seriche stoffe pressocchè il mondo intiero.

Gli espositori ascesero al numero di 71, e presentarono oltre 1200 tagli di svariate manifatture.

Fra questi noi vi chiediamo di conferire l'onore della medaglia ai Signori

1.- GUILLOT e Compagni, di Genova e Torino,

2. GIACOMO CHICHIZOLA di Genova e Zoagli,

pei loro magnifici Velluti, Rasi e Gros, uniti, operati e broccati, per abiti e per panciotti, e pei Gros imperiali ottenuti dai primi e per la prima volta in Italia con telai meccanici.

3. BERNARDO SOLEI di Torino,

4.

5.

6.
7.

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GHIGLIERI e Compagni, di Milano,
INNOCENTE OSNAGO, di G. B. idem,
FERDINANDO BRIVIO, idem,

LUIGI del fu GIUSEPPE MARTINI, idem,

per stoffe per mobili, per chiesa, per abiti e per panciotti.

8.

9.

10.

11.

-

12.

COSTA e SERAVEGNA di Genova e Torino,.

CATTANEO e PETTITTI di Torino,

GIOVAN BATTISTA fu ANTONIO CORTI di Como,
RIVA e Compagni, idem,

G. L. e fratelli BRUN di Torino,

per scialli, stoffe unite, rasate, operate, broccate e vellutate, per abiti, panciotti, e cravatte.

Tutti questi prodotti nulla lasciano a desiderare nè per vaghezza

e disposizione de' disegni, nè per vivacità di colori, nè per diligenza nella esecuzione.

Vi proponiamo altresì di accordare la medaglia ai Signori

13. GIOVAN BATTISTA e fratelli FERRARI di Genova,

pei loro buoni Velluti.

14. J. JANIN di Zoagli,

15.

NATALE ALIOTTA di Palermo,

16. Fratelli MORVILLO, idem,

17. REGIA FABBRICA di San Leucio, di Napoli,

per le vaghe, vivaci e ben fabbricate loro stoffe, per mobili, per carrozze e per abiti.

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pei commendevoli loro tessuti uniti, spinati e rasati.

21. -FILIPPO GIUSSANI di Milano,

per talune pregevoli stoffe broccate in oro a più colori per chiesa.

22. VERRI ed ORSENIGA di Milano,

per lo svariato e vago assortimento, di cravatte, e fazzoletti, e per un commendevole scialle ricamato con fondo a imitazione del crespo della China.

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per bellissime cravatte, e scialli spinati alla Greca.

24. Vedova GHERSI di Torino,

per un broccatello cremisi, e marrone.

25. PIETRO CRISTOFANI di Firenze,

specialmente per due belle e buone stoffe da mobili, che imitano perfettamente le francesi.

26. - BELLACOMBA di Torino,

per le loro stoffe da chiesa, di basso prezzo.

27. FRANCESCO FRULLINI di Firenze,

-

per due stoffe da mobili in due colori, e due telette d'oro ed argento mezzo falso.

28.

MELLONI e Compagni, di Bologna,

per la copiosa collezione di tessuti per diversi usi.

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