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guadagno, spargeva per tutta Italia, et per le provincie forestier il Giubileo, celebrato in Roma con concorso, grande massimamente delle nationi Oltramontane dando facultà di conseguirlo a ciascuno, che non andato a Roma porgesse qualche quantità di danari: quali tutti insieme con gli altri, che in qualunque moda poteva cavare dé tesori spirituali et del dominio temporale della chiesa, summonistrava al Valentino."

No. XV.

THE CARDINAL ROVERO, AFTERWARDS POPE JULIUS THE SECOND.

"CREATO che fu il nuovo Papa Giuliano dalla Rovere, Cardinale di San Pietro in Vincola, che fu poi Papa Giulio II. non fidandoi di questo, com' egli solea dire, Marano, perchè aveva avuto delle gare con lui, sino a strapazzarsi villanamente l'un l'altro, sul fine di quest' anno sì ritiro ad Ostia, e quivi si fortificò. Credendo poi di essere rimesso in grazia di Alessandro, se ne tornò a Roma; ma accortosi di essere in pericolo, finalmente andò in Francia, nè più sì lascio attrappolar dalle promesse, nè da bella parole."*

No. XVI.

EXTRACTS FROM A SERMON OF SAVONAROLA.

"PENITENTIAM agite: fate penitentia fatela ahora non indugeate più ch'el signora ancora vi aspetta e se vi chiame.

"Udite le me parole non come da me, ma come da Dio venute. Io non posso fare altro che io non dica:―agite penitentiam, videte quanto Dio e buono? quanto e miscriccordiosa," &c. "O ricchi! O poveri! fate penitentia: e ricchi date à poveri

* Muratori, Annale d'Italia, tom. xiii. p. 370, A.D. 1492.

delle limosine: o voi che timete Dio, fate bene e non habbiate paura della tribulazioni," &c.

"O Sacerdoti udite le mie parole! o preti, o prelati della chiesa di Christo lasciate i beneficii i quali giustamente non potete tenere; lasciate le vostre pompe e vostri conviti e desinari i quali fate tanta splendidamente lasciate dico vostre concubine e le cinedi, che gli e tempo dico de far penitentia chi ne vengono le gran tribulazione per lequali Dio vuole raconciare le sua chiesa," &c.

"O monachi lasciate le superfluita e delle veste e delle argenti e di tanta grassezza delle vostre Badie e beneficii: datevi alla simplicita e lavorate con le mane vostre come facevano gle antichi monachi vostri padri, nostri antecessori. Altrimento se non lo farete volontiere verra Christo che lo fare per forza. O monache lasciate anchora le vostre superfluita! lasciate vostre simonie quando accettate le monache che vegghiano a star ne vostri monasteri," &c.

"O mercante lasciate le vostre usure; restituite el mal tolto e la robba d'altrui altrimente voc perderete ogni cosa," &c.

"Vox dicentis clama, &c. O Italia propter peccata tua venient tibi adversa. O tutti le citta de Italia egli e venuto el tempo de punire e vostrí peccati. O Italia per la tua superbia per la tua ambitione per le tuæ rapine e storsíoni verrano a te di molte adversita verrano a te di molte flagelli, vox dicentis clama, &c. Penitentiam agitè! Penitentiam agite!"

*

No. XVII.

NOTICE OF SAVONAROLA'S CAREER.†

"CHI teneva, e chi tien tuttavia il Savonarola per uomo di santa vita, e ch' egli inspirato da Dio predicesse le cose avvenire,

*Predica de Fra G. Savonarola in Fir. 1mo de Nov. 1493. Edita da Fra Stefano Suo Discipolo, 12mo. Fir. 2nd edit. 1544.

+ Muratori's Annals of Italy, A.D. 1498.

fra non molti anni trovò il tutto avverato. Altre simili predizioni fatte da lui, e nominatamente a Carlo VIII. Re di Francia, ebbero il loro effetto. Si esibi ancora Frate Francesco di confermare alla pruova del fuoco le falsita delle proposizioni suddette; ed all' incontro Fra Domenico da Pescia Domenicano accetto di sostener giuste e verificabili le medesime, con esibirsi di entrar anch' egli nel fuoco. Perchè il Frate Minore trovò maniera di sottrarsi all' impegno preso, per lui sottentrò un Frate Andrea Rondinelli. Adunque nel di 17 di Aprile per ordine de' Magistrati acceso un gran fuoco, vennero alla presenza d' innumerabil popolo i due contraddittori, per provare, se in quella catasta si sentisse fresco, o caldo. Ma non volendo comportare i Frati Minori, che Fra Domenico vi entrasse vestito con gli abiti Sacerdotali; nè ch' egli portasse in mano il Sacramento dell' Altare: in sole contese termino tutto quell' apparato, e nulla si fece. Scapitò molto per uesto de suo buon concetto il Savonarola, e crescendo l'ardire della fazione a lui contraria, e massimamente degli scapestrati, nella seguenta Domenica dell' Olivo si alzo contra di lui gran romore, i quisa che i Magistrati, timorosi ancora delle tante minace del Papa, fecero prendere e menar nelle carceri il Savonarola. Allora fu, che infieri contra di lui; chi gli volea male. Corse tosto a Firenze un Commessario del Papa per accendere maggiormente il fuoco, ed accelerar la morte dell' infelice. Si adoperarono i tormenti per fargli confessare ciò, che vero non era; e si publicò poi un processo, contenente la confessione di molti reati, che agevolmente ognuno riconobbe per inventati e calunniosi. Venuto dunque il di 23 di Maggio Vigilia dell' Ascensione, alzato un palco nella Piazza, quivi il Savonarola degradato insieme con due Frati suoi compagni o cio è Silvestro, e Domenico, fu impiccato, i lor corpi di poi bruciati, e le ceneri gittate in Arno, per timore che tanti divoti di questo Religioso le tenessere per sante Reliquie. Resto appresso involta in molte dispute la di lui fama, riguardandolo gran copia di gente, cioe tutt' i buoni, qual Santo, e qual Martire del Signore; ed all' incontro tutt' i cattivi per uomo ambizioso e seduttore. Dio ne sarà stato buon Giudice.

Certo è, ch' egli mancò al suo dovere, dispregiando gli ordini del Papa, i cui perversi costumi non estingueano già in lui l'autorità delle Chiavi. Parimente lodevole non fu nel Savonarola il cotanto mischiarsi nel governo Secolare della Repubblica Fiorentina cosa poco conveniente al sacro suo abito e ministero. Per altro ch' egli fosse d'illibati costumi, di singolar picta e zelo, tutto volto al bene spirituale del popolo, con altre rarissime doti, indicanti un vero servo di Dio, le cui opere stampate contengono una mirabil' unzione e odore di santità: non si può già negare. Ma di questo avendo pienamente trattato Gian Francesco Pico conte della Mirandola, dottissimo Scrittore suo contemporaneo, nella vita ed Apologia del medesimo Savonarola, e Jacopo Nardi Fiorentino, anch'esso allora vivente, nella sua Storia di Firenze: senza che io osi di far qui da Giudice, rimetto a' loro scritti il Lettore, che più copiosamente desideri di essere informato di quella lagrimevol tragedia."*

No. XVIII.

CHRONOLOGICAL NOTICES OF THE CAREER OF THE BORGIAS AND

THE MEDICI.

THE BORGIAS.

Borgia Alfonzo, created Cardinal in

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1444

Pope, taking the name of Calixtus 1455 Roderigo Lenzuoli Borgia, nephew of the preceding Pope,

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consecrated bishop of St. Nicolo, in Carcere
appointed vice-chancellor of the Holy See .
created Pope, under the name of Alexander
the Sixth.

bull of repartition of the New World

French invasion, Pope's seclusion in the castle

of St. Angelo

Muratori's Ann. of Italy, A.D. 1498, vol. xiii. p. 403.

1430

1492

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1493

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1494

Roderigo Lenzuoli Borgia, scandals of his pontificate, ended the 18th of August.

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His three sons, John, Cæsar, Geoffrey, and
daughter, Lucretia.

John, Duke of Gandia, married an illegitimate daughter
of the King of Naples, murdered, it is
universally believed, by his brother, the car-
dinal Cæsar Borgia

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left two children, a boy and a girl, from the
former descended the renowned Jesuit, St.
Francis Borgia, Duke of Gandia.

Cæsar Borgia, educated for the Church, duly ordained and
consecrated. He was first appointed Bishop
of Pampeluna; then Archbishop of Valentia ;
then Cardinal. Having caused the murder of
his elder brother in 1497, he abandoned the
Church, and obtained a special dispensation
from his father

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he was sent on a mission to Louis the Twelfth.
The King, Louis, created him Duke Valen-
tino, and procured him in marriage Char-
lotte, daughter of John Alain d'Albret, Lord
of Navarre. Having abandoned the Church,
he took to arms, and began to ravage Ro-
magna, taking Imola and other places, in
took Forli and Cesene, and entered Rome in
triumph; seized on Pesaro and Rimini
takes Firenzuela. Death of young Manfredi.
Seizes on the Duchy of Urbino .

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1503

. 1497

. 1498

1499

1500

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1501

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1502

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1503

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1507

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his widow, the Duchess of Valentino, (daugh

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35

his treachery and atrocities in Senigaglia
his ravages in Castello and Perugia. Downfall
after his father's death

his death in a skirmish at Viana, in Navarre*

His death, says Moreri, took place on the 12th of March, the anniversary of his installation in his see of Pampeluna.

VOL. II.

E E

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