Pagina-afbeeldingen
PDF
ePub

43. — GLISENTI ISIDORO e RAGAZZONI GIUSEPPE, Bre

scia,

per la importanza e l'intelligente ordinamento della collezione relativa all' Industria del ferro della Val Trompia da essi esibita.

44. GLISENTI GIOVANNI fu ANTONIO, Brescia,

per la bellezza dei prodotti esposti.

45. BERTINI fratelli, di Colle, provincia di Siena,

per le difficoltà superate nella esecuzione di un grosso pezzo di ferro lavorato per la real marina presentato alla Esposizione.

46. CALEGARI VINCENZIO di Livorno,

per la perfezione dei suoi getti di seconda fusione.

47. FLORIO IGNAZIO. Palermo,

per la bellezza dei getti.

[blocks in formation]

per la discreta qualità dei prodotti, e per il buon mercato dei medesimi.

Piombo.

Il piombo dà luogo in Italia ad una industria la cui produzione totale non vuolsi ritenere inferiore ai 7 milioni, e che si esercita specialmente nell'Isola di Sardegna.

Il prodotto di quest' Isola prima del 1848 era di poco rilievo, ma grazie alla libertà d'associazione, alla cessione all' industria privata delle miniere del Governo, ed alla libertà di esplorazione, i lavori furono sviluppati con tale attività, che quelle ricche giaciture somministrano ora 17 mila tonnellate di Galena.

Questa Galena si esporta quasi per intiero a Marsiglia, ma ora se ne tratta una parte non piccola nella fonderia testè costrutta nel Golfo della Spezia.

Fra i progressi di questo ramo di arte mineraria, non si vuole omettere il trattamento delle scorie piombifere molto antiche, le quali formano depositi grandissimi nell' Isola di Sardegna. È dovuta al Serpieri la prima fonderia destinata al trattamento di queste scorie, dalle quali si ricavano ora circa 1000 tonnellate di piombo all'anno.

Questo piombo è più ricco in argento di quanto soglia essere quello che deriva dalla Galena delle altre miniere della Sardegna, ed a trarre partito dell' argento in esso contenuto, venne eretta testè nelle vicinanze di Genova una fonderia, in cui, col metodo di Pattinson, puossi ritrarre l'argento da oltre 3,000 tonnellate di piombo all'anno.

ciaio mediante il puddlage, e per avere introdotto l'impiego della torba nei forni a puddler pel ferro e per l'acciaio.

33. MASSON e SOCI, Colle di Val d'Elsa, provincia di Siena,

per la importanza della loro produzione e per i perfezionamenti apportati nella industria nel ferro in Toscana, e per la bontà dei loro prodotti.

34. SOCIETÀ ROMANA delle miniere di ferro, Roma,

[ocr errors]

per la importanza della fabbricazione, e per il perfezionamento apportato nel metodo di produzione, per la bontà dei prodotti e la bellezza dell'Esposizione.

35.

R. STABILIMENTO DI MONGIANA, Provincia di Mon

teleone,

per la importanza della fabbricazione.

36. RUBINI e SCALINI a Dongo, provincia di Como, per la importanza della fabbricazione; per la bontà dei prodotti; fra questi notevoli per bellezza singolare sono le lamiere che giungono fino alla spessezza di millimetri 0,14.

37. BADONI e compagni, Lecco e Belano, provincia di Como,

per la importanza della fabbricazione e per la bontà dei prodotti, fra cui si distinguono specialmente le grosse lamiere; e per avere i primi introdotto in Italia l'uso della torba nei forni a puddler.

38. VIVARELLI COLONNA FRANCESCO Pescia fiorentina

[ocr errors]

e Pistoia,

per la importanza della fabbricazione e per la bontà dei prodotti.

39. DAMIOLI e ZATTINI, Pisogne, provincia di Brescia, per la sistemazione delle miniere, e per la bontà rimarchevole del ferro dolce che produce.

40. ZITTI FRANCESCO, Lovere, provincia di Bergamo, per la bontà dei prodotti.

41.

MILESI ingegnere, Alma, provincia di Bergamo,

per la bontà dei suoi prodotti.

42.

BORDIGA GIUSEPPE, Bagolino presso Salò, Brescia,

per la bontà dei suoi prodotti.

43. GLISENTI ISIDORO e RAGAZZONI GIUSEPPE, Bre

scia,

per la importanza e l'intelligente ordinamento della collezione relativa all' Industria del ferro della Val Trompia da essi esibita.

44. GLISENTI GIOVANNI fu ANTONIO, Brescia,

per la bellezza dei prodotti esposti.

45. BERTINI fratelli, di Colle, provincia di Siena,

[ocr errors]

per le difficoltà superate nella csecuzione di un grosso pezzo di ferro lavorato per la real marina presentato alla Esposizione.

46. CALEGARI VINCENZIO di Livorno,

per la perfezione dei suoi getti di seconda fusione.

47. FLORIO IGNAZIO. Palermo,

per la bellezza dei getti.

48. MAZZONI e CORNET di Prato,

per la discreta qualità dei prodotti, e per il buon mercato dei medesimi.

Piombo.

Il piombo dà luogo in Italia ad una industria la cui produzione totale non vuolsi ritenere inferiore ai 7 milioni, e che si esercita specialmente nell' Isola di Sardegna.

Il prodotto di quest' Isola prima del 1848 era di poco rilievo, ma grazie alla libertà d'associazione, alla cessione all' industria privata delle miniere del Governo, ed alla libertà di esplorazione, i lavori furono sviluppati con tale attività, che quelle ricche giaciture somministrano ora 17 mila tonnellate di Galena.

Questa Galena si esporta quasi per intiero a Marsiglia, ma ora se ne tratta una parte non piccola nella fonderia testè costrutta nel Golfo della Spezia.

Fra i progressi di questo ramo di arte mineraria, non si vuole omettere il trattamento delle scorie piombifere molto antiche, le quali formano depositi grandissimi nell' Isola di Sardegna. È dovuta al Serpieri la prima fonderia destinata al trattamento di queste scorie, dalle quali si ricavano ora circa 1000 tonnellate di piombo all'anno.

Questo piombo è più ricco in argento di quanto soglia essere quello che deriva dalla Galena delle altre miniere della Sardegna, ed a trarre partito dell' argento in esso contenuto, venne eretta testè nelle vicinanze di Genova una fonderia, in cui, col metodo di Pattinson, puossi ritrarre l'argento da oltre 3,000 tonnellate di piombo all'anno.

Alcune miniere e due fonderie di piombo danno in Toscana prodotti di qualche rilievo, e si cominciano ad esplorare altre giaciture piombifere nelle alpi.

Fra le miniere di Toscana la più importante è quella del Bottino rimarchevole per la sua ricca produzione in argento.

La Commissione crede meritevolissimi della medaglia:

49. Il signor ENRICO SERPIERI di Cagliari,

per avere introdotto nell' Isola di Sardegna il trattamento delle antiche scorie di piombo, e di avere in tal modo creata una importante industria. 50. La SOCIETÀ DELLA MINIERA di Monteponi, (provincia di Cagliari),

[ocr errors]

la quale estrae 9 mila tonnellate di Galena, e portò all' Esposizione una bella serie di stupendi minerali cristallizzati che si trovano nella sua miniera. 51. La SOCIETÀ DELLE MINIERE di Montevecchio (pro

vincia di Cagliari),

per la grande importanza della sua produzione.

52. La COMPAGNIA ANONIMA del Bottino (Lucca), per lo sviluppo dato ai lavori della miniera, e la completa preparazione meccanica, e completo trattamento metallurgico del minerale.

53. Il conte PIETRO BELTRAMI, Cagliari;

pel trattamento delle antiche scorie, e le numerose indagini da lui promosse nell' Isola di Sardegna.

54. Il signor E. FRANEL e COMPAGNI, Torino,

per la grande importanza della fonderia di Pertusola.

55. La SOCIETÀ METALLO-TENNICA, Massetana,

per lo sviluppo dato ai lavori, e la completa preparazione meccanica, e trattamento metallurgico dei minerali.

56. II CONSORZIO MONTANISTICO TERESINA di Como, per l'abilità spiegata nei lavori della miniera di Brusimpiano (Como), ed il sapiente ordine della fatta Esposizione.

57. L'INGEGNERE GOUIN, Cagliari,

per la completa esposizione relativa ai prodotti della laveria e delle miniere di Gennemari e Ingurtosu, e pei distinti servigi da lui resi all'industria mineraria.

58. I signori MASSONI e MUSANTE, Genova,

per l'impianto della fonderia testè costrutta in Sanpierdarena atta a trattare una grande quantità di piombo.

Rame.

Percorrendo la sala ove sono esposti i prodotti delle miniere, ed osservando la quantità e la ricchezza dei minerali di rame che ivi si trovano in mostra, a prima vista si giudicherebbe che la produzione di questo pregevole metallo fosse una delle principali sorgenti di ricchezza pel nostro paese; ma scendendo ad un esame più accurato si rileva che un tal giudizio sarebbe per lo meno prematuro, essendochè la massima parte dei campioni esibiti non stanno a rappresentare, per ora che delle speranze. Infatti gli affioramenti cupriferi sono in Italia abbondantissimi tanto nelle roccie ofiolitiche che nei scisti. Ma i minerali contenuti in questi ultimi sono per lo più poveri, e le giaciture delle formazioni serpentinose sebbene contengano minerali ricchissimi, e sian sì frequenti che difficilmente s'incontra una formazione serpentinosa senza affioramenti cupriferi, sono tuttavia sì irregolari nella loro andatura da sfidare l'abilità dei più esperti minatori. Ed infatti malgrado le numerose esplorazioni che si fecero nelle roccie ofiolitiche si può solo citare la miniera di Montecatini come splendido ma unico esempio di miniera coltivata fin qui con frutto nelle medesime.

Però le numerose esplorazioni che si vanno facendo da ogni lato finiranno per dare maggiori lumi intorno alla natura di questi giacimenti ed allora vedremo probabilmente sorgere un' era nuova per la produzione di questo metallo.

Le principali Miniere tuttora attivate sono in Toscana la famosissima di Montecatini, e quella delle Capanne vecchie, la Miniera di Agordo nel Veneto, e quelle della Valle d'Aosta in Piemonte; la loro produzione complessiva può ritenersi equivalente a 1500 tonnellate di Rame all'anno.

Tra i progressi più notevoli fatti nel trattamento dei Minerali derivanti dalle nostre miniere vuolsi citare la utilizzazione dei minuti tritumi di pirite che si producono in grande quantità alla Miniera d'Agordo, e che ora si impastano a panetti mediante acque di rigetto sature di solfato di ferro; panetti che si torrefanno e lisciviano poi come i maggiori massi di pirite. La torrefazione delle piriti povere in presenza del sale marino pella conversione in cloruro e la utilizzazione delle piccole quantità di Rame in esse contenute, attuata alle Capanne-vecchie dalli signori Bechi e Haupt: e finalmente per quanto risguarda la lavorazione del Rame vuolsi pur notare l'impianto dei laminatoi dell'Esploratrice nella Valle d'Aosta, per cui ad avere Rame in lastre giova credere che non sarà più necessario l'inviare in Inghilterra il nostro Rame in pani per riacquistarlo poi laminato.

Non potendo la Commissione giudicare del valore delle numerose

« VorigeDoorgaan »