Pagina-afbeeldingen
PDF
ePub

I ferri Italiani si può dire sono generalmente di ottima qualità, e li esperimenti che abbiamo fatto sopra un gran numero di esemplari anche in confronto coi ferri esteri, ci hanno sempre più persuasi che dal lato della qualità il nostro ferro lascia ben poco a desiderare, e sta al pari e supera in generale quello di estera produzione. Non si può sventuratamente per ora dir lo stesso per ciò che riguarda il costo dei nostri ferri, nè per la quantità che se ne produce; la ghisa o ferraccio che annualmente si ottiene dagli alti forni Italiani oltrepassa di poco le tonnellate 35,000, ed il prezzo al quale si vende il ferro dolce in barre varia nelle provincie più favorite dalle lire it. 28 alle it. lire 34 il quintale metrico, mentre in molte altre oltrepassa le lire it. 45. La cagione principale di ciò è senza dubbio la scarsezza, ed il caro prezzo del combustibile: mancando in Italia fino ad ora quasi assolutamente il combustibile fossile, siamo costretti ad adoperare il carbone vegetabile, combustibile che pure scarseggia in gran parte della Penisola e del quale il prezzo è dovunque elevato. Oltre alla mancanza del combustibile altre cause pure tendono a limitare la produzione di questo metallo ed a renderne maggiore il costo, tali sono i cattivi sistemi con i quali vengono coltivate in generale le Miniere di ferro, e spesso le sfavorevoli condizioni in mezzo alle quali sono poste le stesse officine. Così per esempio noi vediamo alla Miniera dell'Elba mancare affatto un sistema economico di trasporto del minerale fino al mare, ed un conveniente approdo per la caricazione, e per il discarico di esso. Le Miniere della Lombardia dall' altro canto sono sottoposte ad antiche consuetudini, le quali impediscono ogni sistema razionale di coltivazione; troviamo poi i principali stabilimenti dell'Italia Centrale posti in luoghi malsani ove bisogna sospendere la lavorazione per più di quattro mesi dell' anno, ed in Lombardia un regime di associazione per li alti-forni così stabilito, che ogni particolare il quale vi abbia diritto può quando viene il suo tempo, portando il suo combustibile e minerale, fondere per un numero di giorni a conto proprio, ciò che toglie, come è facile intendere, ogni regolarità nell' andamento di questi alti-forni, regolarità che è condizione essenziale per aver dai medesimi un prodotto economico ed abbondante.

Tutti questi gravissimi inconvenienti, ed altri che per amor di brevità trascuriamo di accennare, occorrerà che sieno tolti di mezzo perchè l'industria del ferro possa raggiungere quello sviluppo del quale è suscettibile. Frattanto non possiamo passare sotto silenzio i notevoli miglioramenti generalizzati assai nelle nostre Officine nelle quali si sono introdotti i forni a puddler, i cilindri ed i magli a vapore; e poichè appunto la questione del combustibile è la più vitale per questa industria, e quella dalla quale dipenderà il maggiore o minore sviluppo che essa potrà prendere presso di noi; ci piace di menzionare in modo particolare il signor Ingegnere Ponsard, il quale ha per il primo fatto uso nello stabili

mento di Follonica, per affinare il ferro, del Carbon fossile che si trova nei terreni Miocenici, e dei signori Badoni e Compagni, e Gregorini, i quali per lo stesso oggetto hanno introdotto nei loro stabilimenti l'uso della torba.

La situazione economica di questa industria merita pertanto una seria attenzione. In molte parti d'Italia prima della costituzione del Regno essa era protetta da dazii fortissimi, questi vennero dopo la introduzione della nuova tariffa ridotti a un dazio molto inferiore, il quale se può sembrare a taluno molto elevato, è però piccolissimo di fronte a quelli che esistevano in precedenza. I Fabbricauti hanno lottato e lottano con perseveranza e coraggio per ristabilire l'equilibrio fra il costo dei loro prodotti, ed il prezzo al quale possono venderli. Essi sperano potervi giungere; ma se questa speranza venisse loro tolta con un nuovo repentino cambiamento nella tariffa, l'industria del ferro in Italia invece di svilupparsi sarebbe inevitabilmente uccisa. Senza perciò te mere di offendere i principii di libero scambio i componenti il Giurì della Classe VI, fanno voto perchè durante un periodo di qualche anno al· meno non venga ribassato l'attuale dazio d'introduzione sui ferri ed acciai esteri, onde dare agio ai fabbricanti di mettersi in grado di sostenere la concorrenza sui nostri mercati, se pure sarà mai possibile, con li altri paesi d'Europa.

Premesse queste brevi considerazioni, il Giurì della VI Classe ha creduto di dover distinguere fra i produttori, affinatori e fonditori di ferro li appresso Esponenti concedendo a ciascuno di essi la medaglia nel seguente ordine:

31.

-

AMMINISTRAZIONE delle miniere e fonderie dell'isola dell' Elba,

Per il maggiore sviluppo dato alla coltivazione delle miniere e per il partito tratto dalle antiche gettate.

Per la importanza della produzione delle fonderie e ferriere che compongono quello stabilimento, importanza di gran lunga superiore a quella di ogni altro in Italia. Per la bellezza de' getti in ghisa e per la bontà dei ferri. Per la produzione della ghisa manganesifera e dell' acciaio mediante l'aggiunta dell'ossido di maganese al minerale; ed infine per la esposizione completa e sapientemente coordinata delle materie prime che si adoperano, e dei prodotti che si ottengono in quelle officine.

32.

ANDREA GREGORINI, a Castro di Lovere, provincia di Bergamo,

per la qualità superiore dell'acciaio che produce, per l'importanza della fabbricazione, per l'introduzione del metodo col quale si ottiene l'ac

I ferri Italiani si può dire sono generalmente di ottima qualità, e li esperimenti che abbiamo fatto sopra un gran numero di esemplari anche in confronto coi ferri esteri, ci hanno sempre più persuasi che dal lato della qualità il nostro ferro lascia ben poco a desiderare, e sta al pari e supera in generale quello di estera produzione. Non si può sventuratamente per ora dir lo stesso per ciò che riguarda il costo dei nostri ferri, nè per la quantità che se ne produce; la ghisa o ferraccio che annualmente si ottiene dagli alti forni Italiani oltrepassa di poco le tonnellate 35,000, ed il prezzo al quale si vende il ferro dolce in barre varia nelle provincie più favorite dalle lire it. 28 alle it. lire 34 il quintale metrico, mentre in molte altre oltrepassa le lire it. 45. La cagione principale di ciò è senza dubbio la scarsezza, ed il caro prezzo del combustibile: mancando in Italia fino ad ora quasi assolutamente il combustibile fossile, siamo costretti ad adoperare il carbone vegetabile, combustibile che pure scarseggia in gran parte della Penisola e del quale il prezzo è dovunque elevato. Oltre alla mancanza del combustibile altre cause pure tendono a limitare la produzione di questo metallo ed a renderne maggiore il costo, tali sono i cattivi sistemi con i quali vengono coltivate in generale le Miniere di ferro, e spesso le sfavorevoli condizioni in mezzo alle quali sono poste le stesse officine. Così per esempio noi vediamo alla Miniera dell' Elba mancare affatto un sistema economico di trasporto del minerale fino al mare, ed un conveniente approdo per la caricazione, e per il discarico di esso. Le Miniere della Lombardia dall' altro canto sono sottoposte ad antiche consuetudini, le quali impediscono ogni sistema razionale di coltivazione; troviamo poi i principali stabilimenti dell'Italia Centrale posti in luoghi malsani ove bisogna sospendere la lavorazione per più di quattro mesi dell' anno, ed in Lombardia un regime di associazione per li alti-forni così stabilito, che ogni particolare il quale vi abbia diritto può quando viene il suo tempo, portando il suo combustibile e minerale, fondere per un numero di giorni a conto proprio, ciò che toglie, come è facile intendere, ogni regolarità nell' andamento di questi alti-forni, regolarità che è condizione essenziale per aver dai medesimi un prodotto economico ed abbondante.

Tutti questi gravissimi inconvenienti, ed altri che per amor di brevità trascuriamo di accennare, occorrerà che sieno tolti di mezzo perchè l'industria del ferro possa raggiungere quello sviluppo del quale è suscettibile. Frattanto non possiamo passare sotto silenzio i notevoli miglioramenti generalizzati assai nelle nostre Officine nelle quali si sono introdotti i forni a puddler, i cilindri ed i magli a vapore; e poichè appunto la questione del combustibile è la più vitale per questa industria, e quella dalla quale dipenderà il maggiore o minore sviluppo che essa potrà prendere presso di noi; ci piace di menzionare in modo particolare il signor Ingegnere Ponsard, il quale ha per il primo fatto uso nello stabili

mento di Follonica, per affinare il ferro, del Carbon fossile che si trova nei terreni Miocenici, e dei signori Badoni e Compagni, e Gregorini, i quali per lo stesso oggetto hanno introdotto nei loro stabilimenti l'uso della torba.

La situazione economica di questa industria merita pertanto una seria attenzione. In molte parti d'Italia prima della costituzione del Regno essa era protetta da dazii fortissimi, questi vennero dopo la introduzione della nuova tariffa ridotti a un dazio molto inferiore, il quale se può sembrare a taluno molto elevato, è però piccolissimo di fronte a quelli che esistevano in precedenza. I Fabbricauti hanno lottato e lottano con perseveranza e coraggio per ristabilire l' equilibrio fra il costo dei loro prodotti, ed il prezzo al quale possono venderli. Essi sperano potervi giungere; ma se questa speranza venisse loro tolta con un nuovo repentino cambiamento nella tariffa, l'industria del ferro in Italia invece di svilupparsi sarebbe inevitabilmente uccisa. Senza perciò temere di offendere i principii di libero scambio i componenti il Giurì della Classe VI, fanno voto perchè durante un periodo di qualche anno almeno non venga ribassato l'attuale dazio d'introduzione sui ferri ed acciai esteri, onde dare agio ai fabbricanti di mettersi in grado di sostenere la concorrenza sui nostri mercati, se pure sarà mai possibile, con li altri paesi d'Europa.

Premesse queste brevi considerazioni, il Giurì della VI Classe ha creduto di dover distinguere fra i produttori, affinatori e fonditori di ferro li appresso Esponenti concedendo a ciascuno di essi la medaglia nel seguente ordine :

31.

AMMINISTRAZIONE delle miniere e fonderie dell'isola dell' Elba,

Per il maggiore sviluppo dato alla coltivazione delle miniere e per il partito tratto dalle antiche gettate.

Per la importanza della produzione delle fonderie e ferriere che compongono quello stabilimento, importanza di gran lunga superiore a quella di ogni altro in Italia. Per la bellezza de' getti in ghisa e per la bontà dei ferri. Per la produzione della ghisa manganesifera e dell' acciaio mediante l'aggiunta dell'ossido di maganese al minerale; ed infine per la esposizione completa e sapientemente coordinata delle materie prime che si adoperano, e dei prodotti che si ottengono in quelle officine.

32.

ANDREA GREGORINI, a Castro di Lovere, provincia di Bergamo,

per la qualità superiore dell'acciaio che produce, per l'importanza della fabbricazione, per l'introduzione del metodo col quale si ottiene l'ac

ciaio mediante il puddlage, e per avere introdotto l'impiego della torba nei forni a puddler pel ferro e per l'acciaio.

33. MASSON e SOCI, Colle di Val d'Elsa, provincia di Siena,

per la importanza della loro produzione e per i perfezionamenti apportati nella industria nel ferro in Toscana, e per la bontà dei loro prodotti.

34. SOCIETÀ ROMANA delle miniere di ferro, Roma,

per la importanza della fabbricazione, e per il perfezionamento apportato nel metodo di produzione, per la bontà dei prodotti e la bellezza dell' Esposizione.

35. R. STABILIMENTO DI MONGIANA, Provincia di Mon

teleone,

per la importanza della fabbricazione.

36. RUBINI e SCALINI a Dongo, provincia di Como, per la importanza della fabbricazione; per la bontà dei prodotti; fra questi notevoli per bellezza singolare sono le lamiere che giungono fino alla spessezza di millimetri 0,14.

37. BADONI e compagni, Lecco e Belano, provincia di Como,

per la importanza della fabbricazione e per la bontà dei prodotti, fra cui si distinguono specialmente le grosse lamiere; e per avere i primi introdotto in Italia l'uso della torba nei forni a puddler.

38. VIVARELLI COLONNA FRANCESCO Pescia fiorentina

[ocr errors]

e Pistoia,

per la importanza della fabbricazione e per la bontà dei prodotti.

39. DAMIOLI e ZATTINI, Pisogne, provincia di Brescia, per la sistemazione delle miniere, e per la bontà rimarchevole del ferro dolce che produce.

40.

ZITTI FRANCESCO, Lovere, provincia di Bergamo,

per la bontà dei prodotti.

41.

MILESI ingegnere, Alma, provincia di Bergamo,

per la bontà dei suoi prodotti.

42.

BORDIGA GIUSEPPE, Bagolino presso Salò, Brescia,

per la bontà dei suoi prodotti.

« VorigeDoorgaan »