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ti erniarii, condotti con perfezione di lavoro, specialmente i più fini, e rappresentanti una fabbricazione ampia e commendevole, esercitata si in Italia che in Francia.

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Pane con canditi all'uso del paese, detto Panattone, per il gusto della pasta, e per le qualità che la rendono capace di lunga conservazione, e atta anco ai grandi trasporti e commerci, molto lodevole.

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per la fabbricazione delle farine, che dalla scelta e pulitura del grano fino al conseguimento della farina burattata comune, l' espositore diligente. mente e largamente esercita dal 1836, e che con macchine da essere mosse coll'acqua e col vapore a vicenda, stabilite nella località fino dal 1845, procede in modo da poter macinare 50 a 60 mila sacca di grano annualmente. CASALI GIOVANNI di Calci (Toscana),

3.

per le farine più fini dette di Marca regina esposte sole, ma dalle quali si desume la bontà e larghezza della fabbricazione in generale, condotta con macchine idrauliche.

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4. CORRIDI GUSTAVO di Livorno,

per il fiore di farina, come saggio di lodevole e cospicua macinazione.

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5. NN. di Ceneda, provincia di Treviso,

per farine di più sorti e altri prodotti della macinazione del grano, di perfetta qualità.

6. TELLINI VINNOCO di Livorno,

per il fiore di farina, di cui il prodotto primo è fabbricato con mulino idraulico a sistema americano.

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per burro di eccellenti qualità, prodotto assai copiosamente (kil. 300 all'anno) entro Firenze stessa, in zangole meccaniche, estraendo il burro stesso, dal latte direttamente.

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Quasi ogni espositore di vino ha recato insieme articoli del genere, diversi o per qualità originarie o per qualità acquisite, e dipendenti da più e meno lunga conservazione.

Qualunque potesse essere il rapporto delle une colle altre, tutte traducevano in un ultimo resultato, l'effetto complesso delle azioni dipendenti dalle circostanze locali, dalla natura della prima materia cioè delle uve, dai processi di vinificazione, e da quelli usati per la conservazione del vino. Il giudizio fatto sopra le qualità del vino stesso, pertanto ricadeva sulla natura e sulle azioni delle diverse cagioni ora pas. sate in rassegna, e veniva a porre in luce come l'ultima e definitiva conclusione dei loro effetti. Volendo di più, cioè volendo tornare su coteste cagioni, e a una per una direttamente esaminarle e conoscerle, sarebbe stato impossibile pel massimo numero dei vini esposti, mancando troppo spesso ogni dato in proposito nelle polizze di consegna o bullettini, e non di rado anco nelle poche memorie particolari, che si ebbero intorno all'uno od all'altro prodotto. La quantità della produzione ancor essa rarissimamente si ebbe indicata.

Ristretto pertanto quasi sempre sulle qualità il giudizio dei vini, talune di esse come la ricchezza di zucchero, di alcool, di materie coloranti, di tannino, ec. essendo tali che si possono determinare soltanto con ricerche lunghe di troppo di fronte al numero degli articoli, e al tempo concesso per esaminarli, nè d'altronde essendo di per sè capaci a dare il titolo commerciale dei vini, fu meglio creduto lasciarle inosservate ora, e commettere al relatore la cura di determinarle in appresso, in quanto fosse possibile. I Giurati e gli esperti per maggior sicurezza interpellati, si occuparono quindi a gran preferenza delle qualità più comunemente ricercate dal commercio nel genere, come il colore, la limpidità, il sapore e il profumo, che danno a ciascun vino il gusto e l'odore, e quel temperamento proprio per cui uno di essi, o l'altro è forte, leggiero, austero, dolce ec.

Bisognò poi rinunziare a riferire coteste qualità per i vini diversi di uno stesso genere, a quelle di un vino di un tipo determinato, perchè non soffrono confronto comune i vini dei colli Piemontesi e quelli della

Sicilia, ancorché della stessa specie, e dello stesso nome, nè si possono poi giudicare a confronto l' uno dell' altro un grignolino, un lambrusco, un aleatico, un moscado, ed una marsala.

In questo proposito giova avvertire come la moltiplicità dei nomi aumentasse spesso per lo meno la lunghezza delli esami, perchè si ebbe ad avvertire, come senza utilità alcuna, anzi con probabilissimo e prossimo danno del nostro commercio vinario, sì coloro che attendono alla fabbricazione e commercio in grande dei vini, come gli altri che si ritengono nel grado della produzione agricola solamente, facciano spesso distinzioni nominali molto più numerose di quello che le qualità dei respettivi prodotti non consentano, e poi si trova pei vini una grande difformità di nomenclatura, che fa chiamare con nome diverso un vino medesimo nei luoghi distanti non solo, ma nei più vicini.

Tornando al giudizio della Commissione, più spedito era il portarlo sulle imitazioni di vini esteri o nostrali di determimata specie, perchè a meritare la distinzione, bisognava evidentemente che il prodotto nuovo si accostasse a quello preso a modello, qualunque fossero le circostanze della sua produzione.

Dal merito pei vini non si è creduto distaccare in uno stesso espositore quello ch'egli avesse per il vermuth, vino condito artificialmente, di speciale destinazione, e per l'aceto, a meno che questo non fosse della categoria affatto particolare dei così detti aceti balsamici di Modena e sua provincia. Però anco gli aceti comuni, quando fossero prodotto isolato di speciale fabbricazione, hanno ottenuto da per sè stessi la dovuta considerazione.

Data contezza di queste norme, ecco l' elenco di coloro che la Sottosezione e la Classe han creduto proporre per la Distinzione con medaglia o per le qualità lodevoli dei vini in genere, o per quelle speciali considerazioni, che nei diversi casi verranno esposte.

1. — ABELA Barone GIUSEPPE di Siracusa,

per vini diversi Moscado, Vino naturale, Vin bianco del 1858.

2. ADORNO GAETANO di Siracusa,

per vini diversi (naturale, bianco, albanello ec.) e per eccellente Moscado del 1858.

per

per

3. AGGAZZOTTI AVV. FRANCESCO di Modena, Lambrusco comune, e per quello della Vigna del Colombaro del 1846. 4. ALBERICI di Voghera,

diversi vini di buona fabbricazione e specialmente per la imitazione dello Champagne.

5. ALDI STEFANO e COMP. dell'Isola del Giglio, per vini diversi (Ausonio, Biancone, Moscadello.)

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9.

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ANGELICI D. ENRICO di Monte San Savino (Toscana),

per diversi vini oggi meno comuni (Verdea del 1840, Malvagia, Greco ec.)

10. ANGELINI GIUSEPPE di Perugia.

11.

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ANGHIRELLI GIUSEPPE di Montalcino (Toscana),

per vino detto Abrostine fortemente colorito.

12. ANGELOTTI Avv. GOFFREDO di Montepulciano (Toscana),

per i vini del paese, specialmente il Nobile del 1857-58-59.

13. ARRIGONI FRANCESCO di Vicenza,

per diversi vini, fra i quali in particolare l'Asciutto puro ed il Semiasciutto.

14. 15.

ASMUNDO PASQUALE di Catania.

BALLOR GIUSEPPE e C. di Torino,

per la estesa fabbricazione di vini diversi, specialmente di Grignolino, Nebiolo, Caluso, Barbèra di Asti, Brachetto di Asti, Moscado ec., assai commendevoli.

16. BARACCO NICCOLA e C. di Torino,

-

per la estesa fabbricazione di vini del paese, come sopra.

17.

BARBAGALLO SALVATORE di Catania,

per la Malaga di eccellente qualità.

18. -BAZZONI di Sardegna,

per la Vernaccia.

19. BELLI TOMMASO di Montepugliano (Perugia),

per i vini Granato, Aleatico, vin Santo.

20. BELLUCCI AVV. GIOV. BATT. di Vignola,

per vini diversi, specialmente il Moscado, la imitazione del Tokai, un Aleatico del 1834.

21.

BENCI ENRICO dell' Impruneta (Toscana),

per diversi vini, specialmente l' Aleatico.

22.

BLASCO FRANCESCO d' Augusta,

per eccellente vino Macedonico.

23. BONI Cav. EGIDIO di Modena,

per vini bianchi e rossi dal 1839 al 1854.

24.

BONFANTI Fratelli di Montepulciano,

per eccellenti vini del paese, Nero grosso del 1855.

25. BOVONE MATTEO di Genova,

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per la fabbricazione cospicua (60,000 lire annualmente) dei vini ordinari o fini del paese.

26.

BRAGGIO Cav. FRANCESCO di Strevi del Circondario di Acqui,

per diversi vini, e specialmente per il vino rosso comune, ed il Moscato di Strevi.

27. BRUNI Cav. FEDERIGO di Acqui,

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per la eccellenza di alcuni articoli ottenuti da viti di Francia, Ungheria, Capo di Buona Speranza, Alicante, e da viti indigene, e in specie per un Moscado nero mussante, e per le imitazioni del Bordò e del Borgogna. 28. BRUNETTI FRANCESCO di Pistoia.

per la qualità del vin Santo, comunque prodotto di ristretta fabbricazione.

29. - BRUNO-PINTO FRANCESCO di Noto.

30. BUFARDECI Fratelli di Siracusa,

per vini diversi Albanello, Calabrese, Naccarella, Amarena.

31. BUELLI ESUBERANZO Villa Gerbidi provincia di

Pavia,

per la produzione variata e cospicua (300 ettolitri di vino nostrale e 12,000 bottiglie di vini particolari), la quale oltre ottimi vini del paese con buon esito dà vini a imitazione degli esteri, in specie di quelli di Catalogna, Reno, Borgogna, Bordò, ec.

per

litro).

32. CAIMI FILIPPO di Sondrio.

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vino nero,

CALANNA ARCANGELO di Acireale, Sicilia,

di buona qualità e prezzo mitissimo (cent. 32 a 38 il

34. CALCIATI-BORGHI Conte ANTONIO di Piacenza,

per i vini del 1835 e anni successivi, eccellenti di qualità e prodotti con asserta diligenza ed amore.

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