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ALLA

COMMISSIONE REALE

PER LA

ESPOSIZIONE ITALIANA

1861.

ONOREVOLI SIGNORI,

Fra i vari prodotti raccolti nel Palazzo dell' Esposizione i quali tutti rispondono ai bisogni della vita, incominciando da quelli dell' agricoltura e via procedendo fino alle opere di scalpello, alle tele ed agli strumenti musicali, delizia, conforto e riposo delle anime sensibili, l'Architettura, arte la più universale, tecnica per eccellenza, fu chiamata essa pure a far mostra di sè. La varietà e multiplicità degli elementi da cui deriva, e l'impossibilità di comprenderli sotto una sola categoria, ha suggerito all' Onorevole Commissione Reale di dividerla in sezioni diverse; rilegando ad alcune i materiali, ad altre i trovati attinenti alla costruzione, e riservando l'esame dei disegni architettonici e di alcune parti decorative alla Classe XXII.

Ristretta questa in sì brevi confini, all'infuori di pochi disegni di fabbriche costruite od in corso di costruzione, ed alcuni restauri o ricomposizioni di monumenti antichi, nei quali il pensiero quasi si confonde col fatto, e sono in certo modo l'ultimo periodo per passare poi all'attuazione; ebbe ad esaminare molti disegni, rappresentanti i primi conati di studiosi in quest' arte, e talora progetti di maggior rilievo, ma semplici esercizi d'immaginazioni attive, senza veduta di applicazione. Si direbbe che alcuni degli espositori scambiassero il Palazzo dell' Esposizione per un'aula accademica, e volessero correre una pale

stra di emulazione; anzichè far mostra delle vittorie riportate in quelle nobili gare.

Quest' errore ha reso più delicato e ad un tempo più difficile il compito dei Giurati in questa Classe. Mentre per sè stesso non era di già lieve, se si faccia a considerare, che tutte le classi di cui si compone l'Esposizione offrono prodotti visibili, palpabili e ponderabili, d'immediato uso ed applicazione, facili ad apprezzarsi; che perfino la pittura, arte che confina colla poesia, concreta nella rappresentazione la sua idea: l'Architettura invece si presenta coi suoi soli disegni, che altro non sono, se non che la lingua con cui trasmette le proprie idee; lingua incerta e talvolta indecifrabile, salvochè per i suoi migliori sacerdoti.

Queste considerazioni forse troppo generali per prendere posto in un rapporto, furono credute necessarie a scusare le poche ricompense proposte dal Giurì, il quale mentre era animato da intenzioni benevole verso gli esponenti, temeva oltrepassare il suo mandato largendo premi ad opere giudicate meritevoli di lode solo come studi accademici; molte delle quali movono desiderio di maggiori sviluppi per renderle compiute, ed altre non svelano l'intera padronanza delle risorse dell' arte in chi le aveva ideate.

Devesi egualmente notare che le sezioni II e III che dovevano comprendere opere di altre due categorie, cioè:

1a Modelli in rilevo,

2a Ornati disegnati e modellati,

riuscirono, per quanto riguarda la prima d' una perfetta sterilità, essendo stati allogati i pochi oggetti pervenuti alla Esposizione di questa categoria alla Classe XII, e la seconda si presentò con sì poco fardello da non farne caso.

Dalla sua assenza in questa classe non si può arguire essere lo studio dell' ornato in Italia trascurato; basta il percorrere il locale della Esposizione per convincersi del contrario.

La deficenza di opere in questa parte dell' arte del disegno, proviene invece dalla tanta estensione e generalità, che essa ha preso ad abbellimento di tutte le arti industriali, e fatta così di ragione comune, non ha luogo di mostrarsi come una particolarità, o come un soggetto di concorso.

Fra i maggiori espositori in questa classe si contano quelli delle provincie meridionali; la Toscana vien loro dietro, poi la scuola dell'Umbria. Roma e Venezia e le provincie di Parma e Piacenza non vi figurano; e quelle dell'alta Italia, comprendendovi la Lombardia e l'Emilia, danno il debole contingente d'una dozzina circa di opere soltanto. Ciò in parte deve attribuirsi alla massima adottata nelle Esposizioni di Torino, di ricevere le composizioni architettoniche a semplice

ornamento di quelle, senza farne oggetto di esame per conferimento di premio; la quale massima traeva dall' aver dichiarate quelle Esposizioni puramente industriali.

A rendere minore il numero dei premi, che la Commissione avrebbe desiderato di proporre in attestato di merito, contribuì non poco il trovarsi fra i primi espositori di progetti d'immediata applicazione o già eseguiti, sei dei Giurati della Classe medesima, che a norma del regolamento non possono concorrere al conferimento del premio. La Commissione peraltro non crede doversi astenere dal tributare pubbliche lodi alle opere da loro esposte, e si compiace di indicare i nomi dei signori Giurati espositori :

FABRIS (DE) prof. EMILIO, di Firenze.
FALCINI prof. MARIANO, di Firenze.
GUIDOTTI ing. ENRICO, di Firenze.
MONTI prof. arch. CORIOLANO, di Bologna.
SANTINI prof. arch. GIOVANNI, di Perugia.
VALLE (DELLA) arch. ANGIOLO, di Livorno.

Pure fuori di concorso alla medaglia, sono le opere del defunto signor Poccianti professor Pasquale; ma le qualità ed i pregi eccezionali, che in esse si rinvengono, esigono un omaggio di ammirazione, e quasi direi di riconoscenza, a lui che dotò la Toscana di parecchie opere distinte, e specialmente dell' edifizio eretto in Livorno denominato il Cisternone; nel quale la purità dello stile, la convenienza degli usi, la solidità e la grandiosità delle masse concorrono a rendere quell' opera sommamente pregevole.

Atto di giustizia venne creduto dalla Commissione dei Giurati il non passare sotto silenzio quelle opere, le quali, sebbene non abbiano raccolto un numero bastante di suffragi da guadagnare ai loro autori il distintivo di premio, pure si raccomandano per alcuni pregi. Queste sono: Progetto di un Cimitero Civico nella Comunità di Stagliano

presso Genova, del sig. RESASCO GIO. BATTISTA di Genova. Progetto di un Teatro per una Città di primo ordine, del signor ROSATI PANFILO di Napoli.

Restauro del Foro di Pompei, dei signori ROSATI PANFILO e BREGLIA NICCOLA di Napoli.1

Questi sono i medesimi, per i quali più sotto viene proposta la medaglia, per la Raccolta di frammenti architettonici, monumenti e dettagli pompeiani restaurati.

La riproduzione dell' Arco di Alfonso d' Aragona a Napoli, del

sig. CAPOCCI OSCARRE di Napoli stesso.

Progetto di un Palazzo di giustizia del sig. GIARDI GIUSEPPE di Firenze.

Scendendo ora a parlare di quelli, ai quali il Giurì propone sia data dalla Commissione Reale la medaglia di ricognizione di merito; è osservabile come tutti appartengono all'Italia meridionale. Si direbbe che le feconde aure di libertà, che solo da poco tempo spirano in quelle parti, abbiano, come pioggia benefica su fertile terreno, prontamente fatto sorgere una mèsse fiorita abbondante. La vicina Pompei, cui a mano a mano viene strappato un lembo del manto cinereo che la copre, svela nuove bellezze, e ritorna, sebbene lacera e scarmigliata, brillante di gioventù come novella fenice; eccita le menti attive e le immaginazioni già vivaci di quelle popolazioni.

Le opere premiate nella nostra Classe, danno larga prova dei beneficii della vicinanza di quelle rovine piene di vita. Ma l'abilità nel copiare, e la facile imitazione primeggiano sulla composizione. È a sperarsi che in altra Esposizione tutta Italia concorrerà a far mostra di molte opere originali, create sotta l'influenza dei principii invariabili del bello, che danno pregio ed autorità all' architettura Greca e Romana. Gli artisti del secolo decimo quinto, indovinando le leggi ed i rapporti dell'architettura antica, seppero servirsene per creare un' architettura adatta ai bisogni del loro tempo; ed ora che il popolo italiano fu chiamato a libertà dal magnanimo suo Re Vittorio Emanuele, e quasi raccolto sotto una sola bandiera è fatto indipendente; speriamo che gli architetti si mostreranno all'altezza dei nuovi destini della bella Penisola, e come gli artisti del risorgimento, creeranno un'architettura, che sia l'espressione della nostra patria risorta.

Le considerazioni sopra espresse referendosi pure alle opere che il Giurì propone per esser premiate, si è creduto poter fare a meno di un rapporto speciale motivato per ogni lavoro a cui è devoluta la ricompensa. Soltanto, essendo stato autorizzato il Giurì a dividere le opere di questa Classe in nuove sezioni e categorie, si fanno precedere queste intestazioni, alle opere cui si riferiscono.

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Progetti di nuovi edifizi eseguiti e non eseguiti.

DAMIANI GIUSEPPE di Palermo. - Progetto di un Campo-Santo

per una città capitale.

SOLARI GIUSEPPE di Napoli. - Progetto di una Reggia.

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Progetti di rinnovazione o di restauro di antichi monumenti.

FIOCCA GIUSTINO di Abruzzo. - Progetto di restauro del Foro di Pompei, e Frammenti architettonici pompeiani.

REGA GHERARDO di Napoli.

Progetto di restauro del Tempio

Castore e Polluce, a Napoli.

Raccolta di fram

BREGLIA NICCOLA e ROSATI PANFILO.

menti architettonici, monumenti e dettagli pompeiani re

staurati.

SECONDA SEZIONE.

COPIA.

PATRICOLO GIUSEPPE di Sicilia. - Disegno della Porta Maggiore del Duomo di Monreale.

Firenze, a dì 25 ottobre 1861.

Il Segretario Relatore

MARCO TREVES.

Il Presidente
ENRICO ALVINO.

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