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3. Il signor ANTONIO CHISOLI agente del marchese Visconti Aimi di Brignano provincia di Bergamo,

per i saggi di bozzoli trivoltini e bivoltini della China.

4. Il signor ANTONIO FINEO di Verona,

per i saggi di bozzoli trivoltini della China.

5. Il signor ing. VINCENZO FUNGINI di Arezzo,

per i saggi da esso esposti di bozzoli bianchi della China, e di seta tratta da essi.

6.

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Il signor ing. FRANCESCO DEL GRECO d' Arezzo, per un saggio di seta tratta da bozzoli bianchi della China.

Sete greggie, e lavorate.

Tra le diverse industrie cui dà vita il filo meraviglioso del bombice del Gelso, quella che ha raggiunto in Italia il maggior grado di perfezione è certamente la trattura della seta greggia. Non ugualmente in tutte le provincie della penisola è estesa l'arte di filare il bozzolo, nè in tutte ha conseguito ugual grado d' eccellenza; masil complesso dei saggi presentati all' Esposizione è tale, da farla riguardare quale la più utile e ricca, come la più avanzata di quante vantar possa il nostro paese. Pure tanto la produzione come la manifattura non hanno per certo ancora avuto quello sviluppo che ci è promesso non solo dai progressi che quest' arte ha fatto negli ultimi anni, ma altresì dall' aumentata coltivazione del gelso, e dalle nuove condizioni politiche, e commerciali della patria nostra. Per dare un' idea dell' incremento che può avere la filatura della seta in Italia, basti notare che nel totale della raccolta dei bozzoli, si può calcolare che contribuisca per quasi un quarto la Lombardia, per poco meno d'altrettanto il Piemonte colla Liguria, per quasi un quinto il Veneto, mentre le provincie Napoletane vi concorrono per meno d' un decimo e la Sicilia per meno d' ́un ventesimo. Ora chi pensi quanto potrebbero produrne questi paesi d'una fertilità quasi prodigiosa, se il gelso vi fosse coltivato al pari delle provincie dell' alta Italia, non troverà esagerati i voti già da noi emessi di veder pressochè raddoppiata in pochi anni la nostra produzione serica.

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Intorno a circa mille matasse di seta greggia, e lavorata presentate da 278 Espositori, dovemmo istituire i nostri studi e confronti, e siamo ben lieti, e quasi orgogliosi di dover proclamare che assai pochi sonɔ i produttori che non abbiano mostrato tale abilità da non meritarsi o la distinzione della medaglia, o almeno una parola di lode, e d'incoraggiamento. La perfezione del trarre la seta, e del torcerla che è al suo

apice nelle provincie settentrionali va decrescendo a mano a mano che si distende in quelle del centro e del mezzodì, sebbene in queste ultime esistano condizioni climatologiche così meravigliosamente benigne, da renderle atte a superare le prime nella bellezza e bontà del serico filo. Questa minore perfezione del lavoro va insieme alla minore produzione dei tessuti, per fare i quali si richiedono ottimi organzini e trame, che non si potrebbero ottenere senza greggie classiche, e di merito superiore.

Tale disparità di virtù produttiva e di industriale magistero nelle varie nostre provincie c' imposero l'obbligo di giudicare delle sete filate e lavorate a noi presentate, secondo la provenienza loro, e quindi è che dobbiamo rendere conto distintamente della filatura e torcitura della seta ne' vari distretti setiferi del nostro paese.

Nel Piemonte e nella Lombardia ove oggi primeggia, per cagioni che qui non accade indagare, quell' industria che un dì era quasi esclu siva all'Italia del centro, fiorisce già da lungo tempo la manifattura dei tessuti e dei velluti di seta, e quivi i fabbricanti richiedono ai valicatori, e questi alla lor volta ai trattori, una maggiore perfezione nella materia prima che alimenta i loro respettivi opificii. Aggiungasi che in quelle provincie i filatori di bozzoli sono per la maggior parte anche valicatori, sicchè dovendo nuovamente esercitare la loro industria sullo stesso filo, addoppiandolo e torcendolo per convertirlo in trama od in organzini, conoscono tutta l'importanza di averlo unito, continuo, resistente ed elastico, che si smatassi all'incannaggio con regolarità e prestezza, senza inciampi di rotture o di arruffamenti, i quali cagionano non piccola perdita di tempo, e spreco di quella costosa materia. Queste condizioni mentre hanno richiesto un immenso progresso nella lavorazione delle greggie dai filatori che sono anche valicatori, hanno parimente coll' esempio avuto influenza sui trattori che si limitano all'operazione di filare il bozzolo, ponendoli nella necessità d'imitare i primi per poterne sostenere la concorrenza. Così avviene che i tessitori di seta, per non essere sopraffatti dalla concorrenza dell' estero, richieggano ai valicatori maggiori perfezionamenti, e questi alla loro volta li esigano dai filatori, i quali pagano a più caro prezzo quei bozzoli che per la loro bontà, e pei pregi della razza onde provengono, offrono reali vantaggi, di che resulta altresì gran beneficio agli agricoltori. Ecco come il progresso di un' industria porta seco quella di un'altra affine; in conferma di che non possiamo astenerci di ricordare un fatto riferitoci dall'onorevole Relatore della prima sottosezione Sig. Dottor Lorenzo Fabbroni : ed è che, dopo le Esposizioni di Londra e di Parigi dove i velluti di Zoagli se non ecclissarono, brillarono al pari di quelli di Lione, i filatori Piemontesi furono obbligati ad uno studio particolare per preparare gli organzini che si richiedono per codesto modo di tessitura,

e raggiunsero tale perfezione, che la Francia riconobbe la superiorità degli organzini subalpini, talmentechè nominò quegli orsoi dalla provincia dalla quale provengono e non impiega adesso che gli organzini del Piemonte per la lavorazione de' suoi velluti.

Le condizioni naturali del suolo, tanto propizie pei numerosi corsi d'acqua e le potenti cascate a favorire lo sviluppo della filatura e torcitura della seta in Lombardia ed in Piemonte, non si verificano uguali nel centro e nel mezzogiorno della Penisola, ma quelle forze possono essere sostenute con pari o anche maggior vantaggio dal va pore che in ogni luogo può dispiegare la sua potenza. Quindi speriamo che l'esame che poterono fare in questa Esposizione dei prodotti dei loro confratelli delle provincie settentrionali, avvertirà i setajuoli delle regioni centrali e meridionali, che è giunto ormai il tempo di ravvivare col lume della scienza la nobile arte del setificio, togliendola da quell' empirismo in cui è rimasta troppo lungamente giacente. Per verità noi meravigliammo, riguardando le molte sete greggie e le poche lavorate di Toscana ottenute nella maggior parte de' casi con sforzi individuali, non per la virtù di macchine e arnesi perfezionati, come quelle possedute dai Sigg. Scoti e Mejean nel loro grandioso Stabili mento di Pescia, ma per la mano, e per la intelligenza dell' uomo; non con grandi mezzi e associazioni di forti capitali, ma colla economia, e l'industria di persone devote all' arte loro. I saggi esposti dai trat tori toscani hanno persuaso la Commissione che qui vi ha una disposizione meravigliosa a riuscire eccellente nell'arte di filare il bozzolo, e che si raggiungerebbe da quelli una perfezione inimitabile, se si persuadessero della necessità di valersi del soccorso delle macchine, e di sostituire ai comuni fornelli l'uso del vapore, che impartendo egualmente la temperatura all' acqua, rende più facile lo svolgimento del filo, comunicandogli tal morbidezza e colorito che per niun altro mezzo è dato conseguire. Ma i sorprendenti resultati ottenuti con mezzi così ristretti e così poco efficaci dai trattori toscani hanno persuasa la Commissione essere suo dovere, di proporvi per tutti gli Espositori (salvo tre) l' onore della medaglia, e di far qui commemorazione di alcuni illustri toscani che fino dall' anno 1813 contribuirono a rialzare l'industria serica di questa provincia, e spingerla nella via che dette quei frutti che adesso noi ammiriamo.

Sono essi i signori Carlo Scoti di Pescia, e Giovanni Zauli di Modigliana ora defunti, che si dettero a migliorare la filatura de'bozzoli, e il signor Leopoldo Maffei che ci onoriamo d'avere a collega, il quale rivolse le sue cure alla tessitura della seta. Ad essi non molto tempo dopo si aggiunse l'illustre collega nostro il Senatore Lambruschini, che rese popolare cogli scritti e coll' esempio le norme razionali dell' allevamento de' bachi, e oltre all' avere notevolmente migliorata la razza

di una delle più produttive regioni setifere della Toscana, esercitò la sua autorevole influenza anche nelle contrade limitrofe promuovendovi la coltivazione del gelso, e l'educazione accurata dell' industre insetto. Condizioni non molto diverse da quelle toscane ci sono offerte dalle Sete greggie e lavorate dell' Emilia, dell' Umbria e delle provincie napoletane. La produzione dei bozzoli proporzionalmente vi è anche meno estesa, ed i vecchi sistemi di lavorazione, tuttora generalmente praticati, non consentono quella perfezione che i tempi reclamano. Nelle Marche, la filatura si mostra sempre attiva ed operosa, ma quei pochi saggi che in mezzo ad una lamentabile incuria ci pervennero, non ci presentano grande aumento di quei pregi che per lungo tempo resero celebrate le gregge Fossombronesi. La Sicilia è in via di progresso, e l'arte serica vi è egregiamente professata; alimentata com'è da una fabbricazione eccellente di drappi per l'interno consumo.

Le provincie ancora non unite, guidate da un sentimento nazionale che altamente le onora, e che ce le rende, se possibile, ancora più care, quasi a protesta della sorte nemica che le tiene tuttora in schiavitù, vollero prender parte alla nazionale solennità, vincendo gli ostacoli che loro si fecero incontro, e dimostrare quali sono le loro industrie, come a saggio delle forze produttive che porteranno in contributo alla comune patria il giorno in cui si uniranno alle provincie sorelle. Da quanto si può giudicare dai saggi esposti, l'arte della trattura è ancora in sul nascere nelle campagne latine, mentre il Tirolo italiano attesta di avere raggiunto un punto così culminante, da non temere il confronto della vicina Lombardia. L'importanza sericola delle provincie venete, e segnatamente del Friuli, la patria del Gera e del Freschi, sì per la produzione, e sì per l'eccellenza dell'arte è ben notevole, e la mostra delle sue sete ce ne dà assai chiara idea.

Abbiamo col finquì detto tentato di dar conto delle condizioni, nelle quali volge la produzione delle Sete greggie e lavorate nelle varie provincie italiane, e deplorammo, come il nostro paese si privi di una gran sorgente di guadagno, rinunziando alla torcitura delle greggie, che, ad eccezione di quelle della Lombardia e del Piemonte, vengono per la massima parte trasportate all'estero. Ora vogliamo aggiungere come l'industriosa Lombardia non paga di lavorare le proprie Sete greggie, ne importa anche notevole quantità, esercitando un' industria lucrosa e così perfetta, da vincere al paragone quella della stessa Inghilterra giustamente famosa per la eccellenza delle sue manifatture. A tutti è noto come il caro prezzo delle Sete italiane, e la diminuita loro produzione a cagione dell' atrofia del filugello, spingesse di recente gli Inglesi a cercare altrove una sorgente di materia prima onde non fossero costretti a fatale riposo i loro numerosi opifici. Le sete chinesi colmarono il vuoto, ma esse sono messe in commercio in così cattive condizioni, e talmente

impregnate d'olio di palma, da rendere difficile il loro uso ai bisogni della tessitura. Se non che, grazie al soccorso della scienza e di quella attività loro propria, ben tosto fu loro possibile nettarle e ripulirle, e le Sete chinesi poterono convertirsi in trame ed orsoi, atti alla confezione dei drappi. La formidabile concorrenza eccitò l'operosità dei setaiuoli lombardi, i quali per scongiurare l' imminente irreparabile danno, si dettero premura di far propria quell' arte, e tanto bene vi riuscirono da superare gli stessi Inglesi, i quali preferiscono oggi pei loro telai le Sete greggie chinesi lavorate e preparate dai valicatori lombardi.

Discorso così del setificio italiano in quanto concerne alle Sete greggie e lavorate, e notato come ne siano differenti le condizioni nei vari distretti di produzione, dobbiamo del pari enumerare per regioni gli Espositori degni di premio, affinchè il posto loro assegnato dia un adeguata idea del merito ad essi peculiare. E vogliamo sperare che non apparirà soverchio il numero delle ricompense, quando si consideri e l'importanza della industria serica, nel nostro paese, che in alcune provincie è già feconda di splendidi resultamenti e nelle altre ha d' uopo d'essere animata, e la eccellenza spiegata dalla più gran parte degli espositori. All' Esposizione Universale di Parigi del 1855, fra 117 Espositori Italiani di Seta greggia e lavorata, 95 ebbero l'onore del premio, e noi che siamo chiamati a giudicare della produzione serica italiana da un punto di vista ben diverso da quello da cui si partiva il Giurì francese, non saremo tacciati di prodigalità, se fra 327 Espositori, ne premiamo 231. Colà infatti erano chiamati a confronto i produttori più celebri di Sete per decidere sulla bontà assoluta delle loro manifatture: qui invece si tratta di una constatazione delle nostre forze produttive per riconoscerne il valore. Nell' esame accurato e minuzioso che la Commissione dove istituire sopra i saggi molteplici a lei sottoposti, non si limitò soltanto all'uso di quelle pratiche che una lunga esperienza rende di sicura riuscita, ma valendosi di strumenti perfetti, assoggettò le greggie alla prova dell'incannaggio, protratta per quattro ore su ciascuna matassa, a quella del peso sopra otto guidane o provini, e quanto al saggio della forza e dell'elasticità, lo volle tentato col serimetro di Roeck in otto punti diversi del filo medesimo, e quindi tornò a prendere nuovamente in considerazione col tatto e colla vista i campioni già prima esaminati, e sperimentalmente saggiati, onde confermare o modificare i resultati ottenuti dall' esperimento.

Ciò premesso, e prima di rassegnarvi il nome degli Espositori pei quali la Commissione vi chiede la medaglia d'onore, essa deve dichiararvi che le Sete greggie del cavalier G. B. Fossi di Firenze, tratte nella sua grandiosa Filanda di Settimello, ed esposte sotto la ditta Fossi e Bruscoli, sono di un merito incomparabile, per cui avrebbe assegnata ad esse la medaglia, e dato un posto distinto al cavalier Fossi fra i

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