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ALLA

COMMISSIONE REALE

PER LA

ESPOSIZIONE ITALIANA

1861.

ONOREVOLI SIGNORI.

Se i Giurati della Classe XIII tardi vi presentano i resultati dei loro giudizi sui prodotti della più nobile, della più ricca e della più florida fra le industrie italiane, anzichè dolervene, si confidano che abbiate a rallegrarvene. Al pari de' loro colleghi delle altre classi, essi furono persuasi della saviezza dei consigli dati dall' onorevole Ministro di Agricoltura, Industria e Commercio, il quale nell' adunanza de' Giurati da lui presieduta li esortava a dar opera senza indugio ai loro lavori, e a pubblicarne i resultati: al pari de' loro colleghi delle altre classi avrebbero voluto affrettare la dichiarazione dei loro giudizi, affinchè, conosciuti per tempo, fossero più fecondi d'incoraggiamento e di guida ai sericoltori italiani. E con zelo ed alacrità si dettero ad osservare i prodotti raccolti in questo stupendo Palazzo dell' Industria al loro giudizio sottoposti, se non che il ragguardevole numero degli oggetti, e la specie e natura loro che richiedeya non una semplice ispezione oculare, ma bensì un esame accurato, paziente e ripetuto, impedì che potesse proce.dere così rapido quanto si sarebbe desiderato. Trattavasi infatti della prima delle nostre industrie, di quella onde il nostro suolo può considerarsi prediletto dal cielo; industria che ci procura un' entrata annua la quale si può tenere che ascenda alla cospicua somma di 300 milioni di lire, e potrebbe (senza che le nostre speranze peccassero di temerità) nel volgere di non molti anni poco men che raddoppiarsi; industria che

già formò una delle glorie de' nostri padri i quali n'ebbero per più secoli il primato, e tanto cooperò a creare insieme colla loro ricchezza e potenza quei miracoli dell'arte onde molte città nostre, e segnatamente questa bella Firenze, vanno famose: trattavasi di giudicarne in un momento così solenne com'è quello della prima Esposizione Nazionale, in cui tutte le provincie Italiane, non escluse quelle che tuttavia, e speriamo per poco, sono staccate dalla patria comune, hanno qui con nobile gara inviati i loro prodotti per essere veduti ed esaminati. Quindi tutti coloro che ebbero l'onore di essere prescelti a giudicarne, preoccupati dalla gravità dell'ufficio si fecero uno scrupoloso dovere di adoperare ogni cura e studio, affinchè il giudizio riuscisse ponderato, giusto ed imparziale. E si stimarono fortunati di potere per una parte dei serici prodotti, come sono le sete greggie e lavorate, chiamare in soccorso la scienza, usando di quegli istrumenti che in modo infallibile ne determinano gli intrinseci pregi; laonde deliberarono, prendendo esempio da quanto fu praticato nell' Esposizione Torinese del 1858, di assoggettarle alla prova dell' inċannaggio e di sperimentarne il titolo e lo scrudamento, misurandone altresì la forza e la elasticità, con le quali notizie di fatto somministrate da quelle prove poterono procedere, almeno per le sete greggie e lavorate, più franchi e sicuri nel proporre i premi per gli espositori. Ma questa operazione eseguita con grandissima diligenza nell' Ufficio di Stagionatura delle sete di questa città, gentilmente concessoci dalla R. Camera di Commercio a cura di quel benemerito direttore, e assistita sempre dai membri del Giurì, richiese tempo lunghissimo, non tanto perchè, come apparirà dai Prospetti che a suo tempo verranno resi di pubblica ragione, fu fatta sopra ben mille matasse di seta, quanto perchè, non essendo pronti tutti gli istromenti e apparecchi, parte dovettero apprestarsi e parte farsi venire di fuori. Compiuto ora il lavoro, raccolti i rapporti delle sottosezioni e delle commissioni miste, veniamo a presentarvi in suecinto i resultati de' nostri studi, affrettandoci a esprimere anzi tratto la lieta fiducia fattaci da questi concepire che l'arte nobilissima della seta possa in breve ritornare in Italia, se non à quel grado di assoluta superiorità che ebbe dal secolo dodicesimo al decimosesto sulle altre nazioni d'Europa, almeno al segno di non dovere essere più loro tributaria, siccome è stata dal decimosettimo in poi, per ciò che concerne specialmente alla fabbricazione dei serici tessuti. Il che fu veramente non solo danno inestimabile, ma eziandio vergogna, quando si pensi che la natura tanto ciè prodiga dei suoi doni da consentire che noi soli produciamo più seta che non tutti gli altri popoli d'Europa insieme, dotandoci ancora di sentimento si esquisito del bello da non essere stato vinto neppure nei tempi di nostra maggior decadenza da nessun altro popolo moderno. Se fin qui potè scusare tanta iattura la miseria delle condizioni politiche

della nostra patria, ora che la Provvidenza ci ha concesso di costituirci in nazione, non avremmo più che a lamentare la nostra ignavia se non facessimo ogni sforzo per tornare, come fummo, un popolo commerciante e industrioso, mettendo a profitto quegli elementi maravigliosi di prosperità che possediamo. E maggiore sarebbe la colpa nostra dopo questa Esposizione dei prodotti dell'agricoltura, dell' industria e delle arti italiane, che è stata una rivelazione della nostra potenza industriale non tanto attuale, ma eziandio virtuale, avendo posti in mostra i tesori che il nostro suolo contiene, e la disposizione nostra a prendere onorato posto nel campo delle industrie, come già serbiamo non mai contrastato lo scettro delle divine arti del bello. Intanto vogliamo à nostro conforto notare che, rispetto al setificio, esso ha avuto tra noi, in questi ultimi tempi, tale un incremento da bene augurare dell' avvenire, massime ora che, cadute le barriere interne, non solo non incontrerà più ostacoli ad estendersi, ma che il moltiplicarsi delle comunicazioni, l'applicazione di sani principii economici, la diffusione dello spirito di associazione è con esso degli istituti di credito e la dilatazione, mercè l' accrescimento della marineria, dei nostri interni ed esterni commerci, saranno potenti sussidi con i quali la sericoltura si potrà immensamente avvantaggiare. Di questo splendido avvenire ci è arra il concorso degli espositori a questa nostra nazionale solennità, il quale è stato veramente notevole a malgrado di tutte le cagioni che lo hanno reso men numeroso che avrebbe potuto essere, e a malgrado dello stato anormale in cui, per la malattia del filugello, si trova da più anni la produzione serica in Italia. Ma le maggiori cure ed i metodi più razionali che, dove più dove meno, in tutte però le provincie italiane si adoperano nell' allevamento dei bachi, nella filatura dei bozzoli, nella lavorazione delle sete e nella confezione dei drappi, ci mostrano patentemente che gli Italiani, conosciuto alla fine il tesoro che posseggono nel setificio, intendono di usufruirlo per quanto possono, facendo cessare il mal vezzo di esportare le loro sete greggie e lavorate per ricomprarle poi a tanto più caro prezzo, convertite in tessuti. Laonde i Giurati della Classe XIII persuasi da quanto osservarono che i setaiuoli italiani sono animati da nobile emu lazione a migliorare i loro prodotti per ottenere quel grado di perfezione che loro dia modo di gareggiare colle altre nazioni d'Europa più rinomate nell' industria serica, hanno creduto di dover largheggiare di scretamente nel proporre l'onore della medaglia, ogni qualvolta abbiano potuto scoprire nell'espositore una volontà perseverante di superare difficoltà, e di essere al contrario severi verso chi, rimasto spettatore immobile dei progressi della scienza e dell' arte, ha preferito persistere nei vieti sistemi di fabbricazione, ormai condannati dal tempo. Che se il numero delle ricompense che vi richiederemo, o Signori, di conferire, vi sembrasse, a prima vista stragrande, vogliate considerare che quanto

vi proponiamo è atto di rigorosa giustizia, poichè i meriti ed i pregi dei prodotti esposti, più che dal discernimento umano, per quanto maturo e coscenzioso, sempre fallace, ci furono nella maggior parte dei casi manifestati e accertati dai sicuri principii della scienza, e poichè non è da dimenticare che tutti i prodotti serici risentendosi attualmente della qualità deteriorata della materia prima, hanno offerto maggiori ostacoli alla buona loro riuscita, onde ne deriva maggior merito ai produttori che hanno dovuto lottare con più grandi difficoltà; la quale considerazione ci conduce ad affermare che l'industria serica è più avanzata realmente di quello non si argomenterebbe da ciò che si vede all'Esposizione, quando se ne giudicasse indipendentemente dall' avver

tenza sovraccennata.

La Classe XIII dei Giurati è stata divisa in tre Sottosezioni, la prima delle quali ha avuto incarico di occuparsi dei bozzoli, delle sete greggie, lavorate e da cucire e dei cascami serici, la seconda delle sete tinte, dei tessuti uniti e misti, dei velluti, dei nastri ecc., e finalmente la terza, delle macchine ed apparecchi pel setificio. Ad oggetto poi di prendere ad esame taluni prodotti che richiedevano l' intervento dei Giurati di altre Classi, sono state nominate quattro Commissioni miste, delle quali la prima dovè far argomento dei suoi studi i bozzoli e il seme da bachi, la seconda le sete tinte, la terza i nastri e galloni, la quarta le macchine. Nel modo il più possibilmente breve veniamo a darvi partitamente conto di ciò che ciascuna Sottosezione e Commissione mista ha riferito, esponendo i motivi che le hanno indotte rispettivamente a proporre le ricompense.

Bozzoli e seme da bachi.

Per far buona seta occorrono buoni bozzoli, quindi importantissimo fra tutti i rami dell' industria serica si è l'allevamento dei bachi che ci procura la materia prima dei serici prodotti. La mostra dei bozzoli e del seme del bombice del gelso nè per il numero degli espositori, nè per la qualità dei saggi esibiti può in nessun modo rappresentare una produzione estesa in tutte le provincie d'Italia, la quale giunge in termine medio, negli anni normali a oltre 50,000,000 di kil, di gallette. Cinquantasette, furono gli Espositori di bozzoli, fra i quali ben pochi possono vantare di averne presentati forniti di particolari e visibili pregi. Non già che tale lamentabile deficienza proceda da diminuito ardore nell' allevamento dei filugelli, ma bensì dalle condizioni affatto eccezionali e infelicissime, in cui trovasi la bachicultura non solamente in Italia, ma in tutta Europa. Il terribile flagello che ha tanto furiosamente infestate le nostre bacherie pel corso di più anni, ha quasi per intiero distrutte le antiche nostre razze con tante fatiche stabilite, e ci ha costretto a ri

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