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bisogno domestico ed un commercio assai significante malgrado la loro inopportunità igienica, perciò la nostra Commissione non potè esimersi dal farne un certo conto. Conferì quindi la medaglia al signor

40. GRASSI VALENTINO di Pistoia,

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per la buona cottura del vaso; pel bell'aspetto e per la solidità della vernice ed anche perchè questo espositore mostrò di aver voluto più sopperire ad un bisogno portato dall' uso, che allettare con eleganza di forme e di gingilli un gusto il quale è da sperarsi che vada a decrescere col tempo.

Per la produzione della medesima specie di oggetti fu dichiarato degno di menzione onorevole il signor Luigi Galletti di Pistoia.

L'abilità dimostrata dal signor Luigi Galli nel formare piccoli canestri di terra cotta verniciata, e dal signor Filippo Cungi nella fabbricazione di veggi in terra cotta speciale senza vernice, avrebbe certamente meritato una distinzione se fosse stata impiegata in cose di maggiore importanza.

In quanto all' applicazione delle terre cotte dipinte ed invetriate alla costruzione dei pavimenti per i loggiati, per gli atrj dei palazzi ec. venne assegnata la medaglia ai signori

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41. PEPI BERNARDINO e BASETTI ANTONIO di Siena, per un bel saggio di ambrogette ad imitazione di quelle fabbricate nel secolo XVI.

42. MARTINEZ FILIPPO di Palermo,

per un'altra qualità di ambrogette a smalto di maggiori dimensioni delle comuni, ed imitanti colla loro congiunzione i pavimenti a stucco lucido e colorato a disegni variati e graziosi.

MAJOLICHE PER USO DOMÉSTICO.

Fra gli espositori di oggetti comuni in majclica, il Giurì riconobbe meritevoli di distinzione i signori

43. GINORI LISCI Marchese LORENZO di Firenze, per la finezza ed omogeneità dell' impasto, per la buona cottura, per la durezza della vernice e per la modicità dei prezzi nei serviti da tavola e da camera.

44. FURLANI GIOVANNI di Firenze,

per la quasi maravigliosa consistenza dell'impasto e per la specialità della vernice nelle majoliche fini ch'egli smercia sotto il nome improprio di semiporcellane.

45.

BUCCI GIUSEPPE ANGELO d'Imola,

per la bellezza di forme, tenacità di vernice e buon prezzo delle sue stoviglie.

MAJOLICHE A IMITAZIONE DELLE ANTICHE.

Giova innanzi tutto premettere che la nostra Commissione giudicante, per cagione d'ordine e per altri motivi che saranno esposti nella Relazione generale, comprese in questa categoria anche dei lavori che a stretto rigore dovrebbero esser collocati fra le terre cotte propriamente dette.

In antico poche erano le famiglie che potevano servirsi di stoviglie di capriccio, di vasi a fantasia, di quadri plastici di terra cotta con o senza vernice, con o senza colori, con buone o grame pitture; tanto più era raro che queste cose si facessero venire da lontano, perchè non la elevatezza del prezzo, ma le difficoltà di diligentarne il trasporto cospirava a lasciare tal genere di produzioni ai loro luoghi natii. La distribuzione delle ricchezze che ha progredito verso un certo livello di equabilità dal feudalismo a noi, ha svelato i tesori che da tempi immemori serbavansi in questo genere di arredi da casa presso le più cospicue ed inaccessibili famiglie. Siffatta esclusività di possesso, toccando alcune debolezze d'ambizione, sempre compatibili e buone quando sieno utili a qualche cosa, eccitò ad intraprendere dei tentativi d'imitazioni, i quali, mano a mano riuscendo, finirono col creare una o più speciali industrie imitative: talchè si hanno adesso imitazioni pregevolissime di quanto forniva di migliore l'antica arte ceramica. Di ciò ce ne offre una luminosa e consolante prova l'attuale Esposizione Italiana.

Venendo ora ai giudizi pronunciati in proposito dal Giurì della Classe XI, diremo che esso decretò la prima medaglia al signor

46.

GINORI LISCI Marchese LORENZO di Firenze,

per la bellezza e fedeltà delle forme, dei dipinti e delle vernici, sia nei vasellami ad imitazione di quelli di Urbino e di Pesaro, come nei medaglioni imitanti le celebri opere di Luca della Robbia. Vennero poi in secondo grado premiati i signori

47.

CARROCCI, FABBRI e C. di Gubbio (Marche),

per le loro anfore e sott' anfore di forme le più graziose ed artistiche nel loro genere, ed in special modo per la perfetta imitazione delle vernici antiche a riverbero metallico, lucentissime ed ingannevoli anche pei provetti antiquari.

48.

ARMAO GAETANO di San Stefano di Camastro (Messina),

per incoraggiarlo a coltivare l'imitazione dei vasi pompeiani ed egizi di cui ha dato un felice saggio a vernice nera lucente intercalata da disegni bianchi.

49.

FERMIANI ANNIBALE di Faenza,

parimente a titolo d' incoraggiamento per i suoi piatti ad uso antico. Ottenne in fine la menzione onorevole il signor Pietro Marcenaro di Savona per alcuni vasi ad imitazione antica, dei quali fa un assai esteso commercio.

TERRAGLIE BIANCHE E DECORATE, FINE E COMUNI.

Parecchie gradazioni di terraglie d'ognuno dei succitati generi si sono presentate da alcuni espositori. Le più fini, tanto fra le bianche quanto fra le decorate, le quali prineggiano sopra tutte le altre che in Italia si fabbricano sotto la denominazione di terraglie inglesi e per la mitezza dei prezzi sostengonsi da molto tempo in aperta e sicura concorrenza con le estere, sono quelle dei signori Giulio Richard e C. di di Milano. Il Giurì quindi nel giudicare queste interessanti produzioni dichiarò degna della prima medaglia la stessa ditta

50. GIULIO RICHARD e C. di Milano,

per la bontà, bellezza e modico prezzo delle sue terraglie.

Giudicò pure meritevoli della medaglia, ma in secondo grado, i signori

51.

CARNELLI, CASPANI E REVELLI di Laveno (Lombardia),

per la solidità dell' impasto e della vernice nelle loro stoviglie; per la mitezza dei prezzi e per lo sviluppo industriale dato a tale fabbricazione.

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per le sue terraglie all'uso turco, delle quali tiene, specialmente colla Turchia, un ragguardevole commercio.

53. RENZONI ANDREA di San Michele degli Scalzi

(Pisa),

per aver con buon successo tentato di fabbricare delle terraglie con soli materiali italiani, e per la vivacità di alcuni colori da lui usati per decorare oggetti da tavola ec.

54. FONTEBASSO ANDREA di Treviso (Veneto),

per la importanza industriale della sua fabbrica di terraglie, e per la bontà delle vernici che applica a queste.

55. CUGINI PESARO di Vivenza (Veneto),

per la bellezza dei colori (massime il rosso) e per la eccellente qualità delle vernici che trovansi in alcuni oggetti esposti.

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per la bellezza delle sue vernici di apparenza metallica.

Conseguirono la menzione onorevole i signori Carlo Folco di Savona per il buon mercato delle sue stoviglie; Francesco Roversi di Bologna per la eleganza della forma e del disegno, e per la nessuna volatilizzazione dell'ossido di cobalto in un vaso di terraglia dipinto; Pietro Miliani di Ancona per un suo lustro metallico imitante la doratura.

PORCELLANE BIANCHE E DECORATE PER USO DI TAVOLA,

DI CAMERA E DI CHIMICA.

Eccoci alla parte amena, graziosa e ricca della ceramica esposizione a questa nazionale ed improvvisata solennità economica: eccoci a favellare di numerosi e svariati prodotti di un'arte nella quale stringonsi più forte e più nobilmente la mano fra loro la geologia, la fisica, la chimica e spesso ancora le arti belle: eccoci, insomma, alle porcellane che considerar si possono come la rappresentanza della ceramica in tutta la sua bellezza di forme, in tutto il lusso dei suoi intonachi, in tutta l'eleganza della sua fisonomia colorita di smalti e brillante di oro, decorata a risalti scolpiti, e con piena ragione sostenitrice dell'orgoglio nazionale quando si tratti di finitezza squisita di lavori in ogni foggia tanto antica quanto moderna, e gelosa del nazionale interesse ove occorra di rinunziare al lusso ed allo sfarzo per sostenere e vincere in abito domestico l'urto di una pericolosa concorrenza estera.

Non vorremo qui ripetere ciò che a miglior luogo serbiamo, e che più opportunamente e diffusamente discorreremo nella Relazione generale della Classe, circa l'età, la grandiosità, ed i potenti mezzi de'quali va doviziosa la fabbrica dell'illustre patrizio fiorentino signor Marchese Ginori-Lisci Lorenzo posta nella sua villa a Doccia: fabbrica che altamente onora il gentiluomo proprietario, il quale mentre è lieto di rappresentare e difendere gl' interessi nazionali nell' Italiano Parlamento, può andare orgoglioso di essere tanto efficacemente sostenitore della supremazia e del connubio gentile della ceramica con le arti belle in Toscana di fronte al resto d'Italia da far gareggiare i proprii saggi con quelli delle più rinomate fabbriche d'oltremonte, che da lungo tempo godono di alta rinomanza.

Lasceremo pure di entrare in tutti que' dettagliati elogi cui meritamente ha diritto la Ditta Giulio Richard di Milano ( fuori di Porta Ticinese a San Cristoforo); la qual ditta ben sapendo di istituire un confronto in Italia, doveva innanzi tutto lasciare intatto il posto, la priorità e la supremazia a chi l'aveva ormai acquistata per spiritc d'arti gentili, ed imporsi invece ogni opra valevole a foruire una utilità positiva e materiale dal lato mercantile. L'economia nella scelta delle materie prime, la usufruenza di tutte le circostanze favorevoli in cui trovavasi e trovasi topograficamente la sua fabbrica, i tentativi per il rinvenimento e l' escavazione di combustibili fossili di cui giunse a fare uso, e tutte le possibili economie si è fatta la ditta stessa ad impiegare onde ottenere prodotti che per il loro uso comune, e quindi pel comune bisogno, potessero, una volta portati alla bontà di quelli provenienti dall'estero, vincere coll' allettativo infallibile del buon mercato il pregiudizio pubblico de' consumatori molto proclivi a provvedersi all'estero, e fare, a parità di buoni requisiti ne'prodotti, una efficace concorrenza alle fabbriche francesi ed inglesi a tutela dell'economia pubblica e del serbo di denaro italiano in Italia, non che ad infioramento d' un commercio del quale assolutamente mancava la Lombardia.

Fatte queste brevi premesse, da cui si può distintamente desumere il caratteristico gentilizio delle produzioni Ginori e quello puramente economico-mercantile delle produzioni Richard, passeremo ad indicare i premj conferiti nelle varie categorie stabilite per gli oggetti in porcellana. Nella prima di queste ottennero la medaglia i signori

58. GINORI-LISCI Marchese LORENZO di Firenze,

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per la solidità della pasta, nitidezza della vernice, vivacità dei colori, eleganza degli ornati dipinti, splendore delle dorature e solidità delle medesime nei serviti da tavola e da camera.

59. RICHARD GIULIO e C. di Milano,

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per la eleganza delle forme, nitida candidezza della vernice, vivacità dei colori e modicità dei prezzi nei prodotti dello stesso genere. 60. GINORI-LISCI Marchese LORENZO di Firenze,

per la bontà e mitezza di prezzi dei serviti da tavola e da camera costituiti da quella particolar qualità di porcellana che ordinariamente designasi col nome di masso bastardo.

61. RICHARD GIULIO e C. di Milano,

per la giudiziosa forma data alle capsule per uso chimico; per la bontà dei diafragmi da pila, molto opportunamente rivestiti di vernice presso al loro orifizio; e per alcuni saggi di pasta peyran.

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