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lità anche per la felice combinazione delle impiombature dei pezzi, le quali non sturbano punto nè il disegno nè le tinte,

Dopo vennero giudicati meritevoli di medaglia i signori:

14. FRANCINI GIUSEPPE di Firenze,

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per la diligente imitazione di una vetrata gotica rappresentante l'Assunzione.

15. CONTE FRANCISCI di Perugia,

per una finestra avente in mezzo un quadro dipinto a smalto sul vetro, nel quale è rappresentato il battesimo di Gesù Cristo. Il lavoro a commesso che contorna il quadro suddetto merita distinta lode, sia pel gusto con cui sono combinati i varii colori, e sia per la saldezza delle impiombature.

VETRI INCISI.

Nei vetri incisi a corrosione operata con mezzi chimiei, si trovò assai meritevole d'elogio per il disegno, per la precisione di soleatura e per la uniforme trasparenza delle parti solcate, una vetrata eseguita principalmente dall' ora defunto

16. PAYER RAFFAELLO di Firenze.

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Il Giurì, nel distinguerla con medaglia, intese pure d'incoraggire il signor Filippo Pacinotti di Firenze, il quale addimostrò alquanta perizia nel condurre a fine tale lavoro lasciato incompiuto dal Payer.

E qui occorre fare onorevole menzione di due lastre incise col medesimo metodo dal rammentato signor Pacinotti.

Fra le produzioni di questo genere, si reputarono degni di eguale distinzione i signori:

17. MORIANI ODOARDO di Livorno,

per i saggi esposti di lastre di cristallo ben disegnate e incise a fuoco con un particolare impasto corrosivo, il quale permette di ottenere le solcature opache oppure trasparenti a volontà dell'artefice.

Passando ai cristalli incisi con mezzi puramente meccanici si conferi la medaglia al signor

18. ROSSI FRANCESCO di Macerata,

pel suo bicchiere portante inciso il ritratto dell'illustre Generale Giuseppe Garibaldi, lavorato con rara maestria.

GRAFFITI SUL CRISTALLO DORATO O INARGENTATO.

In questa categoria meritò premio il signor

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per la precisione del disegno e per la finezza di tocco con cui sono con

dotte due incisioni sul cristallo dorato, una delle quali rappresenta le tre grazie di Canova e l'altra il ritratto della celebre attrice Adelaide Ristori.

VETRO IN CANNA, SMALTI E VETRO FILATO.

Il Giurì, che ben fu lieto di vedere assai largamente rappresentati in questa nostra nazionale esposizione varii rami dell'arte vetraria i quali già da gran tempo raggiunsero esteso sviluppo nella vaghissima città delle lagune, dichiarò degna della medaglia la Ditta

20. — Fabbriche unite BIGAGLIA, DAL MEDIGO, LAZZARI, ERRERA, COEN e FLANTINI di Venezia,

per la bellezza dei numerosi campioni esposti delle cosiddette conterie e perle a lume, come ancora per la importanza ed estensione del commercio di tali prodotti:

Ed i signori

21.

STIFFONI, COEN e C. di Venezia,

per il buon gusto e varietà delle perle a lume da essi esibite.

22. FRANCHINI GIO. BATTISTA di Venezia,

per la eleganza delle sue minuterie a vetro tirato, parecchie delle quali (destinate ad ornare anelli ed altri consimili oggetti) contengono dei ritratti o delle vedute di una sorprendente precisione.

23.

TOMMASI IACOPO di Venezia,

per il bello e copioso assortimento di lavori in vetro filato.

La splendidezza dei colori, la candidezza insuperabile dei fili capillari formanti bellissime piume, la eguaglianza di numero dei fili costituenti i capi delle piccole trecce, la forma regolare dei fascetti e la stupenda esecuzione dei canestrini, dei fiori, e delle ghirlande rendono il signor Iacopo Tommasi benemerito della propria arte.

PASTE SILICALI COLORATE ED OPACHE, E BOFFERIE
A CALCEDONIA IMITATA.

Il signor avvocato Antonio Salviati ha esposti varii gruppi di prodotti derivanti da una sua fabbrica esistente in Venezia, i quali essendo differentissimi fra loro per i processi con cui vennero ottenuti, pêr i caratteri che presentano e per la destinazione, furono separatamente presi ad esame e separatamente premiati.

Ecco i giudizii a ciò relativi:

Per le paste silicali di prima fusione, ossia per li smalti di un este

sissimo numero di colori, il Giurì avvisò di conferire la medaglia al signor

24. SALVIATI Avvocato ANTONIO di Venezia,

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perocchè con tali smalti, imitanti fedelmente gli antichi, tenuto conto anche dell' alterazione subita da questi per opera del tempo, si può con buon successo intraprendere il restauro di pregevolissime opere a mosaico che da più secoli ornano alcuni insigni edifizii. La fabbrica di cui parliamo produce inoltre smalti all'uso moderno commendevolissimi per vivacità e unitezza di tinte, come ancora per solidità; i quali forniscono materia a nuove opere tanto graziose, ricche e brillanti, da superare il merito e la bellezza delle antiche.

Un'arte difficilissima ed ignota agli antichi mosaicisti, ma pure vantaggiosissima onde raggiungere quella precisione alla quale si volle portare il mosaico moderno, consiste nel taglio netto rettilineo, curvilineo, circolare ed ellittico. Questo taglio fu ottenuto nello stabilimento Salviati in modo perfetto; perciocchè, preso un disco qualunque di smalto o di grossissimo vetro smaltato in oro o in argento, se ne cavano tanti anelli rientranti fino al centro, e tutti così interi e paralleli, che formano il più lodevole saggio oltre il quale nulla resta in siffatto genere a pretendere al tecnico ed all'artista. Perciò al medesimo espositore

25. Idem,

si è aggiudicata la medaglia per il taglio netto, regolare e perfetto degli smalti e dei vetri grossi, come resulta dai numerosi saggi esposti e da tutte le applicazioni di questo sistema di taglio al mosaico a smalto.

Altro titolo di premio trovò la Commissione giudicante nei cosiddetti smalti in oro e in argento, per lo che conferì la medaglia al predetto esponente

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poichè ravvisò in questi prodotti gli elementi occorrenti per costituire una industria nuova valevole a ridestare una speciale simpatia nel pubblico.

È noto che fino dai tempi di Marco Polo i Veneziani trafficavano con imitazioni d'agata e di altre pietre dure. Le antiche memorie del commercio tenuto da essi con Bassora lo attestano. In quell' epoche i Veneti recavano pure sulle coste orientali de' vasi che facevano credere fabbricati con grossi pezzi d'agata o di calcedonie varie. La vaghezza delle forme, la bellezza delle screziature, la leggerezza che si faceva attribuire a gravissime difficoltà di assottigliamento delle pareti, facendone così risaltare la vittoria sulla fragilità della materia greggia mercè lunghi e faticosi lavori, resero siffatte produzioni ricercatissime dalle più cospicue famiglie, e fecero sì che Venezia ne traesse grandi tesori, i quali andava per gran parte raccogliendo in lontani paesi.

Ora considerando che cotale industria, perduta da alcuni secoli, è stata richiamata a nuova e prospera vita, il Giurì reputò meritevole di premio il sopra ricordato concorrente

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il quale ha esposto una magnifica collezione di lastre che ben ci appalesano la bellezza della pasta a calcedonia imitata, e più una numerosa serie di vasi in bofferia egregiamente eseguiti, sulle cui pareti si ammirano fedelmente imitate le bellissime strie che sogliono presentare i calcedonii naturali.

MOSAICI ALL'ANTICA E MINUTERIE IN MOSAICO.

Questa categoria fu nella nostra Esposizione unicamente ma degnamente rappresentata dalla detta Fabbrica di Venezia del Sig. Salviati, il quale ha esteso l'uso delle sue paste silicali, del loro taglio netto, dei cosiddetti smalti d'oro e d'argento e finalmente delle imitazioni dell' agata, applicandole all'arte del mosaicista sì nei lavori a imitazione antica come nelle minuterie. È quindi evidente che la Commissione non poteva lasciare senza premio questo sistema di lavorazione; ond' essa conferì un' altra medaglia al signor

28. SALVIATI Avv. ANTONIO di Venezia,

per la eleganza dei disegni nei mosaici esposti, tanto monumentali quanto a tarsia e ad imitazione del mosaico romano; per il gusto con cui sono distribuite le varie tinte e per la precisione di commesso dei pezzi costituenti sia i varj oggetti a mosaico monumentale antico, come i graziosissimi ornamenti muliebri esposti.

Dopo che il Giurì ebbe compiuti gli studj relativi agli oggetti spettanti all'arte vetraria, vennero esposti varj modelli di vetrate per porte, finestre ec., eseguiti dai signori Onofri Luigi e figli di Cento (provincia di Ferrara), dei quali lavori la Commissione giudicante crede di fare onorevole menzione per la eleganza e varietà del disegno, come ancora per la buona distribuzione delle lastre colorate.

CERAMICA.

TERRE COTTE IN VARIE FOGGE.

In quanto ai lavori esibiti in questa pubblica mostra e compresi nella ora indicata Sotto-sezione, la Commissione giudicante ha creduto di premiare i signori

29. PULITI CAMILLO di Firenze,

per la buona qualità della terra usata nella costruzione degli orci; per

la ben regolata cottura dei medesimi; per la resistenza delle vernici e per la sveltezza delle forme date a tali recipienti.

idem.

idem.

idem.

30. MARZICHI FERDINANDO di Firenze,

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31. VANNI F. DI PAOLO E FRANCESCO d'Impruneta (Toscana),

32. GIUNTINI Cavalier GUIDO di Firenze,

33. BELTRAMI G. d' Oristano (Cagliari),

per vasi speciali, de'quali tiene un esteso commercio colla Corsica, coll'Egitto e colla Grecia.

34. VIDILI FRANCESCO d' Oristano (Cagliari),

per la bontà e mitezza di prezzi dei vasi d'uso domestico, e per la specialità dei vasi porosi detti alcarazas.

35. RUBBIANI G. MARIA di Sassuolo (Modena),

per la bontà dei suoi vasi da cucina e dispensa.

36.

idem.

37.

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GINORI LISCI Marchese LORENZO di Firenze,

DOSSENA LORENZO di Lodi,

per i suoi vasi da conserve e da misure pei liquidi.

38. LEGNANI COSTANTINO di Cassano d'Adda (Milano), per le sue terre cotte d' uso domestico e di variato impasto, il quale le rende di elegante aspetto per le bizzarre strie di differente colore che, quantunque coperto di vernice, presenta.

Sebbene dal lato igienico non sieno certo da lodarsi i cosiddetti braceri, che sì spesso vengono usati nelle case anche delle persone agiate all'oggetto di riscaldare le stanze durante la rigida stagione, pure il Giurì fu di opinione che meritassero premio quelli esposti dal signor

39. COSTI DERUTA di Perugia,

perchè assai commendevoli in quanto alla qualità della terra onde sono costituiti, alla forma, alla vernice ed alla cottura.

Partendosi sempre dal principio che l' accumulazione nell'ambiente riscaldato dei prodotti gassosi della combustione riesce pregiudicevolissima alla salute delle persone che ivi dimorano, sembrerebbe che non convenisse affatto di prendere in considerazione i cosiddetti scaldini o veggi. Ma poichè l' uso, massime in Toscana, ne ha creato come un

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