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ALLA

COMMISSIONE REALE

PER LA

ESPOSIZIONE ITALIANA

1861.

ONOREVOLI SIGNORI,

I sottoscritti nel compilare il rapporto sommario prescritto dai regolamenti, stimano convenevole di mettere avanti alla relazione delle decisioni della Commissione giudicante una succinta esposizione dei principii, da cui mosse nello accin gersi all'esame degli animali: principii, i quali per altro saranno più ampiamente dichiarati nel rapporto circostanziato.

Primo. Una pubblica mostra dei prodotti dell' industria di un paese può essere ordinata con due intendimenti diversi; o per fare, cioè, una specie d'inventario dello stato presente di essa industria, o sivvero per suscitare la gara dei miglioramenti fra gl' industriosi, onorando e premiando coloro, i quali cooperano con maggiore riuscita al suo progresso. La prima Esposizione Italiana non poteva mirare chè al primo dei predetti intenti per ragioni che ciascheduno conosce.

Secondo. Una prima mostra, la quale serva a compilare un inventario, può volgersi a stabilire per certo modo di dire i punti di partenza, le norme, cui riferire, e con cui misurare, i progressi posti in luce dalle successive Esposizioni, quando a cotal mostra siano recati in sufficiente copia i prodotti delle singole industrie del paese.

Terzo. Nel compilare l'inventario di qualsiasi industria non può esser disdetto alle respettive Commissioni giudicanti di additare la via migliore, su per la quale indirizzare l'industria medesima; e ciò dopo

di aver messo a confronto tra di loro i suoi prodotti ottenuti in diversi luoghi e riferiti agli usi respettivi. Il che però suppone nel corpo della Commissione giudicante la cognizione esatta dello stato di ciascuna industria e delle condizioni dei luoghi, ove si esercita.

Quarto. In molte delle comuni industrie l'esame di pochi prodotti può abilitar a giudicare del vero essere delle medesime quando si abbia a fare con cose, le quali si possono agevolmente riprodurre mediante quelli stessi metodi, con cui sonosi ottenute le poste in mostra. Chi presenta una pezza di panno, un cappello, può indubitatamente fabbricare altre pezze, altri cappelli consimili. Non è però così dei prodotti dell'industria zootecnica, nella quale il necessario concorso dell'atto misterioso della generazione domanda l'aiuto di particolari condizioni acciò il prodotto si mantenga costantemente simile a sè medesimo nella serie successiva della sua moltiplicazione. Laonde le Commissioni non possono in tal caso giudicare degli individui riproduttori se non a patto che rappresentino razze ben definite e costanti. La quale difficoltà, già grande rispetto alla conservazione dei pregi d'una razza, diventa maggiore qualvolta si tratti del suo miglioramento.

Quinto. In Italia le razze definite e costanti di animali domestici sono assai rare; e quelle, che per avventura vi si allevano, oltre al non essere bastevolmente conosciute dall' universale del paese, non sono state in ogni modo recate all' Esposizione, la quale potea dirsi quasi solamente, ed anco incompletamente, toscana.

Sesto. Le singole razze, eccettuatane la vaccina di Valdichiana, non sono state rappresentate alla mostra da un numero di capi sufficiente a farle adeguatamente conoscere.

Settimo. La Commissione ha dovuto giudicare gli animali esposti prendendo a norme fisse ed a punti di partenza tanti tipi ideali di perfezione, quanti sono gli usi speciali, cui si destinano, e tenendo conto, nei limiti della sua possibilità, dei bisogni e dello stato dell' industria di quei luoghi, d'onde gli animali. stessi provenivano. Ha con ciò inteso di dire al paese: in tale contrada, e per tale uso, è questo il tipo che puoi eleggere migliorandolo in quella medesima via di disposizioni, le quali lo fan differire dagli altri della stessa razza recati alla mostra, od a cognizione della Commissione esistente nel luogo medesimo di loro provenienza.

Posti i predetti principii, ecco ora le decisioni della Commissione :
ANIMALI VACCINI (esaminati dalla prima Sezione della
Commissione).

Nelle attuali condizioni della più parte d'Italia il bestiame vaccino non può essere indirizzato ad ottener da una data razza un solo dei suoi consueti prodotti; latte, cioè, carne o lavoro. Quel che oltremonti si chiama specializzamento delle razze non è pel nostro paese,

se ne togli forse le contrade di ampie praterie, dove le razze da latte possono allevarsi accanto ad altre da carne e da lavoro. Nel procacciare però razze da doppio prodotto, carne e lavoro, o sivvero carne e latte, si può operare per forma da far prevalere nella razza una più notevole attitudine a quello dei detti prodotti, il quale vien domandato e consentito dalle condizioni del luogo. Ma la Commissione nell' esaminare gli animali vaccini con la scorta dei mentovati principii ebbe a lamentare la grande scarsità e dei capi recati alla mostra e tutti insieme delle necessarie notizie rispetto tanto ai fini dell' allevamento, quanto alle condizioni dei luoghi, dove esso allevamento si effettuava.

RAZZA BERGAMASCA (da latte).

Dalle quattro mucche esposte dal Comitato di Bergamo, due soltanto parvero in grado diverso presentare segni sufficienti di disposizioni lattifere congiunte a laudevole complessione di tutto il corpo. Si è assegnata la medaglia ad una di loro.

RAZZA PARMIGIANA (da carne e da lavoro).

Il toro presentato dal signore Giuseppe Conti di Morore della provincia di Parma è stato distinto con medaglia, siccome un tipo reputato bastevolmente adatto alla produzione della carne e di un moderato lavoro. Si ebbe altresì l'onore della fotografia.

RAZZA MODENESE (da carne, da lavoro e da latte).

Il toro del signor Agazzotti è parso meritevole di premio per gli stessi titoli, pei quali ne fu giudicato degno quello del signor Conti. Le quattro vitelle di pelame rossiccio presentate dai signori Spalletti e Bardesoni di Reggio, sono state distinte con medaglia in grazia della loro attitudine all'ingrasso riconosciuta in esse dalla Commissione, e confermata dai castrati della medesima razza, recati alla mostra da altri espositori. È stato affermato da taluni esser cotale razza sufficientemente adatta anche alla produzione del latte; ma la Commissione, tuttochè inchinasse a crederlo, non ebbe tuttavia modo di accertarsene.

RAZZA BOLOGNESE (da lavoro e da carne).

Il toro del signor Pietro Pedrelli distinguevasi per mezzane disposizioni al lavoro ed alla produzione della carne, non senza l'accompagnamento di ottima complessione e di concordanza di forme. Si ebbe perciò, oltre all' onore della medaglia, anco quello della fotografia.

RAZZA MAGNANA di Toscana (da carne).

Il toro e le vacche di cotale razza appartenenti alla regia tenuta di Poggio a Cajano offrivano, oltre ad alcune buone disposizioni per la produzione della carne, una certa precocità di crescita nei vitelli. Il toro possedeva per giunta ottima complessione ed armonia di forme. Alle

vacche fu compartito l'onore della medaglia, al toro anco quello della fotografia.

RAZZA PISANA (da carne, da latte e da lavoro).

Questa razza era rappresentata dal toro del signor Francesco Franceschi di Pisa, e dalle vacche dei signori Cammillo Punta e Cosimo Garzella. Vi si trovarono mezzane attitudini all'ingrasso, al latte ed anco, sebbene più debolmente, al lavoro. Qualche castrato di cotale razza posto in mostra confermava la Commissione nella concetta opinione della sua attitudine all' ingrasso. Il toro del signor Franceschi ad una non ordinaria corporatura, la quale gli era comune con le vacche mentovate, accoppiava eccellente complessione ed armonia di forme. Le vacche ed il toro si ebbero la medaglia, e quest'ultimo anche l'onore della fotografia.

RAZZA VALTIBERINA (da carne e da lavoro).

Questa razza, la quale è affine a quella di Valdichiana, la vince quanto a buone disposizioni al lavoro; ma ne è vinta nell' appariscenza dell'esteriore. È stata premiata in una delle vacche recate dai fratelli Collacchioni di Borgo San Sepolcro.

RAZZA DI VALDICHIANA (da carne e da lavoro).

Cosiffatta razza si distingue soprattutto per una certa leggiadria di fattezze, ed in secondo luogo soltanto per mezzane disposizioni al lavoro ed all'ingrasso. Fu premiata con diversi intendimenti negli animali esposti dalle Amministrazioni delle regie tenute, dal marchese Ferroni, dal marchese Ridolfi, dal cavalier Toscanelli e dal signor Roberto Lawley.

Quanto alle regie tenute di Valdichiana si è premiato il pregio intrinseco della razza considerata siccome un buon punto di partenza per ottenerne, mediante opportune modificazioni, altre migliori razze da carne e da lavoro a scapito di quella venustà di forme, la quale è in essa razza propriamente estetica, od artistica che dir si voglia, e non già industriale.

La Commissione ha perciò distinto tra gli esposti animali di così fatta razza sol quelli, che a suo avviso possono servire da tipi per le opportune modificazioni. Ottennero pertanto il premio quattro tori delle tenute di Acquaviva, Montecchio, Frassineto e Bettolle; fra i quali l'ultimo primeggiava per complessione e concordanza di forme. L'ottennero egualmente una vacca della tenuta di Foiano e tre vitelle delle tenute di Bettolle, di Creti e di Montecchio di Valdichiana.

L'amministrazione della regia tenuta di San Lorenzo nel Volterrano ha recato alla mostra alcune vitelle generate da padri della razza di Valdichiana congiunti a madri del Volterrano, e delle quali alcuni esemplari erano stati posti presso ai prodotti per porgere opportunità

ai confronti. È stata loro conferita la medaglia, ma a solo titolo d' incoraggiamento; stante che il numero dei capi non era sufficiente a chiarire la Commissione intorno alla entità degli effetti ottenuti.

I signori marchesi Ferroni e Ridolfi hanno presentato della medesima razza, il primo quattro femmine, il secondo due, di commendevole complessione e di forme elette. Furono premiate siccome buoni tipi di miglioramento.

Il cavalier Toscanelli di Pisa ha recato un buon numero di vacche ed un toro, con cui intende di migliorare la razza nella sua tenuta della Cava in Val d'Era. A riconoscimento del pregio intrinseco di alcune di esse vacche, e ad incoraggiamento del laudevole proposito, la Commissione ha accordata la medaglia col motto: Alle Vacche.

Il signor Lawley operando sopra tipi di Valdichiana, s'industria da alquanti anni di formare una razza nuova nella sua tenuta di Montecchio presso Pontedera iu su quel di Pisa. Egli si è proposto, con opportuna scelta dei suoi prodotti, di correggere i principali difetti industriali della razza primigenia, i quali risiedono nella sellatura della schiena; nella ristrettezza e nel soverchio pendio della groppa; nella compressione laterale del torace, e nella eccessiva lunghezza degli arti. La Commissione esaminati i prodotti di varie generazioni, i quali l'han chiarita dei miglioramenti ottenuti nell'indicata via, e valutando debitamente la eccellenza del tentativo degno dell'imitazione altrui, ha voluto distinguerlo straordinariamente conferendo la medaglia a tutto il branco col motto: Alla razza. Ad un giovane toro dello stesso branco è stato altresì accordato l'onore della fotografia.

ANIMALI EQUINI (esaminati dalla seconda sezione della
Commissione).

Il cavallo è l'animale da lavoro per eccellenza, quello cioè che è destinato ad esplicare forza muscolare adoperabile al maggior numero di usi. Ora nell'esplicazione della forza muscolare è da guardare in primo luogo alla potenza dei muscoli, e poi alla efficacia di quelle disposizioni meccaniche dell'apparecchio locomotore, le quali ne modificano gli effetti utili. Ma così nella potenza derivante dalla contrazione muscolare, come nelle disposizioni meccaniche dell' apparecchio locomotore, è da distinguere la celerità dell' effetto dalla sua intensità. Ed applicando questi principii agli usi, cui si destina la specie, troviamo che nei cavalli da sella occorra più celerità che intensità; più intensità che celerità in quelli da tiro grave, e finalmente contemperanza dell' una e dell'altra nei cavalli da carrozza. È anco da notare che la fibra muscolare dotata della facoltà di contrarsi celeremente, manca d' ordinario d'intensità nei suoi atti, e viceversa; e medesimamente che le disposizioni meccaniche dell' apparato locomotore, le quali favoriscono la celerità delle movenze, contrariano la intensità dell' effetto.

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