Nuova antologia di scienze, lettere ed arti, Volume 16

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Direzione della Nuova Antologia, 1871
 

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Page 873 - Dovunque drizza Michel Angel l'ale, Fuggon le nubi, e torna il ciel sereno. Gli gira intorno un aureo cerchio, quale Veggiam di notte lampeggiar baleno. Seco pensa tra via, dove si cale II celeste corrier per fallir meno, A trovar quel nimico di parole, A cui la prima commission far vuole. Vien scorrendo ov' egli abiti, ov' egli usi ; E si accordare in fin tutti i pensieri, Che de
Page 862 - Nessun movimento subbiettivo viene a turbare l'obbiettività del suo quadro ; nessun movimento intenzionale. Non ci è il poeta, ci è la cosa che vive, e si move, e non vedi chi la move, e pare si mova da sé!
Page 731 - ... tribolati asceso. Godi che re non sei; godi che chiusa all'oprar t'è ogni via : loco a gentile, ad innocente opra non v'è: non resta che far torto, o patirlo. Una feroce forza il mondo possiede, e fa nomarsi dritto: la man degli avi insanguinata seminò l'ingiustizia; i padri l'hanno coltivata col sangue; e ornai la terra altra messe non da.
Page 852 - Cellini, crea un carattere comico de' più interessanti, perché non è solo il suo ritratto, ma del borghese e letterato italiano a quel tempo, nel suo aspetto men reo. Ha visto Roma, ha visto Firenze, è stato in Lombardia: ma il suo mondo non si è ingrandito, il suo centro è rimasto Ferrara; e le sue cure domestiche, i suoi umori con la corte, i suoi piccoli fastidi, i suoi amori, le sue relazioni letterarie, i suoi interessi privati sono tutta la sua preoccuparne, allora appunto che l'Italia...
Page 849 - Da ultimo il cardinale volea trarselo appresso in Ungheria ; e qui il nostro poeta perde le staffe e dichiara che in Ungheria non vuole andare. Lodare il cardinale in versi, sta bene ; ma far da comparsa nel suo corteggio, questo no : Io, stando qui, farò con chiara tromba II suo nome sonar forse tanto alto, Che tanto mai non si levò colomba.
Page 385 - Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare ea Dio quello che è di Dio ». 22 A queste parole rimasero sorpresi e, lasciatolo, se ne andarono.
Page 279 - Èrcole, che gli vietano andare innanzi; e, quando involontariamente spinge oltre lo sguardo, rimane atterrito e si confessa al padre inquisitore, come avesse gustato del frutto proibito. La sua religione è un fatto esteriore al suo spirito, un complesso di dottrine da credere e non da esaminare, e un complesso di forme da osservare.
Page 285 - ... un suon che flebile concento par d'umani sospiri e di singulti: e un non so che confuso instilla al core di pietà, di spavento e di dolore.
Page 295 - ... lamenti di un'anima nobile, contemplativa e musicale. Il mondo esteriore ci era allora, ed era il mondo della natura, il mondo di Copernico e di Colombo, la scienza e la realtà. Anche il Tasso ne ha un bagliore, e visibili sono qui le sue intenzioni storiche, reali e scientifiche, rimaste come presentimenti di un mondo letterario futuro.
Page 279 - Gerusalemme sarebbe stata il poema di questo nuovo mondo, animato da quello stesso spirito che senti nella Messiade o nel Paradiso perduto. Ma il movimento era superficiale e formale, prodotto da interessi e sentimenti politici più che da sincere convinzioni. E tale si rivela nella Gerusalemme liberata. Il Tasso non era un pensatore originale, nè gittò mai uno sguardo libero su' formidabili problemi della vita.

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