Rivista contemporanea, Volume 10

Voorkant
Dall'unione tipografco-editrice, 1857
 

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Pagina 517 - Bestiale è quello che, non conoscendo e pericoli, vi entra drento inconsideratamente; animoso quello che gli conosce, ma non gli teme più che si bisogni. 96. È antico proverbio che tutti e savi sono timidi, perché conoscono tutti e pericoli, e però temono assai. Io credo che questo proverbio sia falso, perché non può più essere chiamato savio chi stima uno pericolo più che non merita essere stimato; savio chiamerò quello che conosce quanto pesi el pericolo e lo teme a punto quanto si debbe.
Pagina 505 - ... detti e nelle parole arguzia e prontezza, sapere tessere una fraude, ornarsi di gemme e d'oro, dormire e mangiare con maggior splendore che gli altri, tenere assai lascivie intorno, governarsi co...
Pagina 440 - n altrui pena Tempo si spende, in qualche atto più degno O di mano o d'ingegno. In qualche bella lode, In qualche onesto studio si converta: Cosi qua giù si gode, E la strada del ciel si trova aperta.
Pagina 141 - Non è il mondan rumore altro che un fiato Di vento, ch'or vien quinci ed or vien quindi E muta nome, perché muta lato.
Pagina 507 - ... vizi: costumi oscenissimi, non sincerità non vergogna non verità non fede non religione, avarizia insaziabile, ambizione immoderata, crudeltà più che barbara e ardentissima cupidità di esaltare in qualunque modo i figliuoli i quali erano molti; e tra questi qualcuno, acciocché a eseguire i pravi consigli non mancassino pravi instrumenti, non meno detestabile in parte alcuna del padre.
Pagina 520 - Tre cose desidero vedere innanzi alla mia morte, ma dubito, ancora che io vivessi molto, non ne vedere alcuna...
Pagina 260 - ... giovani anni, ma ancora ne' maturi; il qual vizio, come che naturale e comune e quasi necessario sia, nel vero non che commendare, ma scusare non si può degnamente. Ma chi sarà tra' mortali giusto giudice a condannarlo?
Pagina 516 - Erra chi crede che la vittoria delle imprese consista nello essere giuste o ingiuste, perché tutto dì si vede el contrario: che non la ragione, ma la prudenza, le forze e la buona fortuna danno vinte le imprese. È ben vero che in chi ha ragione nasce una certa confidenza, fondata in sulla opinione che Dio dia vittoria alle imprese giuste, la quale fa gli uomini arditi e ostinati: dalle quali due condizione nascono talvolta le vittorie. Così l'avere la causa giusta può per indiretto giovare,...
Pagina 84 - Sovente siamo in conflitto con l'altruf volontà; tutto l'essere nostro freme d'ira, d'odio, di vergogna, di disperazione. — E ciò che tanto può sulla coscienza nostra, che può sopra di noi più di noi stessi, si dovrà riputar mera apparizione? — No; la nostra vita non è una contemplazione delle apparenze e delle esistenze : essa è una reazione perpetua di quell'atomo di potenza e di coscienza ch'è in noi, a tutte le forze della natura e dell'umanità. E i più ideali concetti sono pur...
Pagina 256 - ... raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m' era durata la notte, ch' i

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